Roma, è emergenza topi: sono due per abitante. Pronta un'ordinanza, vertice con il governo

Roma, è emergenza topi: sono due per abitante. Pronta un'ordinanza, vertice con il governo

di Mauro Evangelisti
Sarà per le temperature insolitamente alte, sarà per i rifiuti alimentari abbandonati per strada, ma da Castel Sant’Angelo a Fontana di Trevi, dal centro alla periferia, incontrare un topo sulle strade della Capitale non è così arduo. L’invasione dei ratti a Roma diviene un caso nazionale. Giovedì si riunirà un tavolo di studio con rappresentanti di Campidoglio, Ama, Ministeri della Salute e dell’Ambiente per affrontare l’emergenza. A conferma che Roma è la città dei paradossi si scopre però che mentre da una parte i ratti scorazzano, non tutti i municipi hanno speso i fondi a disposizione per le derattizzazioni curate dall’Ama (l’azienda dei rifiuti). A Roma Capitale stanno ipotizzando di emanare un’ordinanza che vieti di abbandonare cibo per strada, perché non si offrano ricchi banchetti ai ratti. Di certo Francesco Paolo Tronca, commissario per Roma Capitale, sta prendendo molto sul serio il fenomeno dei ratti. Fa sapere: «Ho deciso di intraprendere seriamente questa battaglia, consapevole che non avrò il tempo necessario a vincerla. Però voglio comunque lasciare un lavoro ben avviato».



MILIONI
Ma quanti sono i topi a Roma? Difficile dare una risposta, le ipotesi ricorrenti parlano di due per ogni cittadino. Significherebbe un esercito di sei milioni. Il professor Giovanni Capelli, docente del Dipartimento Scienze Umane, Sociali e della Salute dell’Università di Cassino e consulente di Tronca, spiega: «Ogni dato è azzardato. Ma dobbiamo capire che sotto Roma, come sotto ogni grande metropoli, vive una immensa città parallela, abitata da topi. Ciò che dobbiamo evitare è chi si creino le condizioni che favoriscano la loro uscita all’esterno».

Ma cosa sta succedendo? Le cronache dalla città dei ratti sono quotidiane. Passeggiata verso fontana di Trevi, ecco spuntare da una caditoia un turista molto particolare, un ratto che guarda e scappa, alla ricerca di cibo abbandonato per strada. Si tratta di un rattus norvegicus, per essere precisi, il più diffuso in centro. Cambio di scenario, Castel Sant’Angelo, vicino al Tevere, anche qui il piccolo e sfuggente nemico, passa tranquillo. Segnalazioni sono frequenti anche da zone nobili come Trinità dei Monti, Largo Argentina, via di Sant’Ambrogio, tutta la parte del Tridente che guarda verso il Lungotevere. Non va meglio, anzi va peggio, in periferia, dove ciclicamente si chiudono scuole causa invasione dei topi, l’ultimo è stato un asilo all’Ardeatino.

CALDO
Secondo gli esperti la moltiplicazione dei ratti (o quanto meno una maggiore sfrontatezza a uscire allo scoperto) è favorita dalle temperature insolitamente alte di questo inverno, le stesse che hanno già messo in ginocchio Roma alla voce smog e polveri sottili. Ugo Della Marta, dirigente dell’area sanità veterinaria della Regione: «Il freddo solitamente limita l’attività di riproduzione dei ratti. Inoltre, a Roma, sempre più di frequente, diviene facile trovare cibo all’esterno». Come mai? Per vari motivi: perché ristoranti e cittadini che devono fare la raccolta differenziata abbandonano la frazione umida per strada non negli orari giusti; perché magari Ama salta qualche passaggio; perché i cassonetti non vengono svuotati per tempo. «E perché molti romani lasciano all’aperto cibo per i gatti e i piccioni, ma in questo modo causano un doppio problema. La moltiplicazione dei piccioni, che stanno diventando troppi, ma anche nutrimento per i ratti», osserva Rita Di Domenicantonio, responsabile dell’ufficio specie problematiche del dipartimento all’Ambiente di Roma Capitale. Dal punto di vista sanitario evitare il contatto tra uomo e ratti è fondamentale. Anche senza eccedere negli allarmismi, va ricordato che, come conferma Della Marta, possono essere portatori della leptospirosi. Nelle ultime settimane su impulso di Tronca, Ama ha moltiplicato gli interventi di derattizzazione, disseminando alcune zone del centro di esche (una curiosità: in realtà i ratti non sono attirati dal formaggio, ma dai sapori dolci come cioccolato e vaniglia).

ANIMALI
Roma ha un rapporto conflittuale con gli animali. A fine 2013 il protagonista fu un maiale, ritratto mentre passeggiava tra la spazzatura, icona dell’emergenza rifiuti. Nei mesi successivi si è molto parlato dei gabbiani divenuti grossi come tacchini e aggressivi come hooligans che stanno prendendo possesso del centro. Poi, a fine 2015 è toccato agli stormi che con il guano hanno paralizzato Roma. Ora i ratti (ma anche i piccioni che stanno diventando troppi secondo gli esperti). E presto bisognerà parlare di zanzara tigre, anche alla luce dell’allarme per la diffusione del virus Zika.


Ultimo aggiornamento: Sabato 30 Gennaio 2016, 16:27