Roma capitale delle buche: tra dossi e crateri,
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Roma capitale delle buche: tra dossi e crateri, tutti i rischi per chi viaggia su due ruote

di Lorena Loiacono
Altro che guida sportiva, a Roma servirebbe un corso apposta per divincolarsi nel traffico tra le buche sul manto stradale. Nella Capitale infatti il bravo motociclista è colui che sa evitare i crateri che gli si presentano davanti all'improvviso e, se proprio deve finirci dentro, sa superarli senza perdere il controllo del mezzo.





Ma il centauro navigato è anche consapevole che, nella peggiore delle ipotesi, per colpa di una buca si può anche cadere e allora è necessario saperlo fare nel migliore dei modi: evitando fratture e contusioni. Praticamente servirebbe un corso di sopravvivenza sulle due ruote. Lo sanno bene gli automobilisti, che nelle buche spesso ci lasciano i cerchioni delle gomme, ma lo sanno ancora meglio i motociclisti, gli scooteristi e gli amanti della bici: le buche sono sempre in agguato.



Basta un temporale e rispuntano, un po' come i funghi nei campi. E, molto democraticamente, spaziano dal Centro alla periferia. Leggo, per verificare con i propri occhi, ha deciso di fare un tour tra le buche, in sella al Pcx 150 fornito da Honda Italia. Difficile fare una classifica delle voragini ma, come esempio per tutti, basta citare piazza Venezia: sotto gli occhi del Campidoglio e dell'Ara Coeli, a ridosso dell'Altare della Patria e a due passi dai Fori imperiali. Di lì passano ogni giorno migliaia di turisti e altrettanti romani che vanno a lavoro o a scuola su mezzi pesanti come i bus che, tra una buca e l'altra, buttano via migliaia di euro in manutenzione. Senza contare tutti i taxi e le auto blu che attraversano la piazza, anche in velocità. I motorini ci rimettono sospensioni e parabrezza, il trasporto pubblico qualcosa di più visto che gli autobus sono mezzi pesanti e risentono in maniera amplificata delle continue sollecitazioni a cui sono sottoposti nel traffico capitolino.











Il tour della buca prosegue per Testaccio e San Paolo, piazza dei Cinquecento e Marconi, passando per via Nomentana e via Salaria. Ma ci sono anche le strade di quartiere di Montesacro, Talenti e Garbatella, Non per ultima via Nazionale e tutti i suoi sampietrini. Già perché non bastano le buche, a Roma ad aggravare la situazione subentrano anche i tradizionali sampietrini che riescono a creare buche ancora più pericolose di quelle sull'asfalto: la pietra quando salta o si sposta crea una pavimentazione scoscesa e appuntita. Di buche, quindi, ce n'è per tutti i gusti: c'è quella da pioggia, che nasce laddove si sgretola l'asfalto, c'è quella che si crea dove salta via il sampietrino e poi c'è quella dei binari del tram o dei tombini, spesso più bassi del livello della strada. Senza dimenticare poi la buca, tra le più temute, che dal cratere sull'asfalto lascia intravedere i sampietrini sottostanti: una sorta di stratificazione urbana, fatta di pericoli e scarsa manutenzione.



Come uscire da questa croce che ogni giorno mette a rischio la salute dei romani? Per il momento la soluzione sembra non esserci. Quel che di certo ci sarà è l'appuntamento di Roma con il Giubileo: un conto alla rovescia non da poco, visto che il campidoglio ha assicurato di non voler farsi trovare impreparato. Soprattutto sul piano buche. I progetti per rifare le strade di Roma prevedono interventi per 200 milioni di euro l'anno per 5 anni ma a breve termine niente di fatto. L'assessorato alla mobilità ha reso noto che ad oggi è stato risanato il 5% delle strade della grande viabilità per 250 mila metri quadri di asfalto, entro l'estate si arriverà al 15%. Peccato che i municipi, ai quali spetta la manutenzione e gli interventi sulle strade di quartiere, non hanno un euro in cassa e, per rattoppare una buca qua e là, fanno i salti mortali. E i rattoppi, si sa, a Roma durano poco.
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Aprile 2015, 08:21
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