Ponte di Nona, i residenti
protestano contro i campi rom

Ponte di Nona, i residenti ​protestano contro i campi rom

di Mario Fabbroni
Adulti, giovani, famiglie intere con i loro bambini, perfino un disabile che si è messo alla testa del corteo. E poi buona parte dei residenti di Ponte di Nona insieme ai rappresentanti di oltre 70 comitati di quartiere della Capitale: da Corcolle all'Appio Latino, da Tor Sapienza e Tor Pignattara a Monteverde, da Torre Angela a Settecamini, fino al centralissimo Esquilino.





Sono le “anime” della marcia che - ieri mattina - ha chiesto a gran voce la chiusura di tutti i campi rom della Capitale (o, perlomeno, una loro regolamentazione) ma anche «basta al rivistaggio nei rifiuti e ai righi tossici». Rabbia ed esasperazione mescolate allo sventolìo delle bandiere tricolori ed ai cori contro il sindaco Ignazio Marino, individuato come obiettivo principale perchè il Campidoglio non riuscirebbe a garantire «più sicurezza e più tranquillità, meno degrado e illegalità».



Un malessere evidente, da non sottovalutare. I manifestanti hanno percorso via Giorgio Grappelli bloccando il traffico e suonando i clacson come ad un concerto rock, per poi svoltare in via Luciano Conti, proseguire per viale Caltagirone e tornare al punto di partenza: piazza Attilio Muggia. Le “periferie in rivolta” sono state anche accompagnate da esponenti politici: il consigliere capitolino Marco Pomarici (NCS), il consigliere regionale Fabrizio Santori (Gruppo misto); Giorgio Ciardi e Gloria Pasquale di Prima L'Italia e i consiglieri municipali di NCS Luca Aubert e Simona Baldassarre.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Maggio 2015, 08:50
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