Mafia Capitale, nuova udienza: scontro
in aula tra giudici e legali degli imputati

Mafia Capitale, nuova udienza: scontro ​in aula tra giudici e legali degli imputati

di Davide Manlio Ruffolo
Si è tenuta ieri la quarta giornata del maxi processo su Mafia Capitale. Un'udienza che, come le precedenti, è stata dedicata alla presentazione di numerose eccezioni da parte dei legali degli imputati.





In particolare le difese hanno sollevato questioni relative alla possibilità di acquisire i file audio delle intercettazioni non contenute e non oggetto delle misure cautelari. Una richiesta che ha immediatamente innescato un botta e risposta fra gli avvocati e i pubblici ministeri Paolo Ielo, Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini.



Secondo gli inquirenti, infatti, la richiesta non poteva essere accolta perché le parti, «già da dicembre, hanno la possibilità di ascoltare le intercettazioni escluse dalle ordinanze e, qualora lo ritenessero opportuno per la propria strategia difensiva, possono chiederne copia». A motivare l'atteggiamento cauto della Procura, proseguono i pubblici ministeri, oltre alla non rilevanza penale dei contenuti oggetto di questi file audio, anche ragioni legate alla privacy perché nella rete delle intercettazioni sono finite anche persone esterne al processo e non coinvolte. Proprio nel rispetto di quest'ultimi, infatti, è stato necessario trovare il dovuto «equilibrio tra esigenze conoscitive della difesa ed esigenze di riservatezza di persone estranee al procedimento».



Una spiegazione che, tuttavia, non ha convinto le difese. «Mi permetta la lezioncina, è il giudice a dover vagliare quali intercettazioni devono essere utilizzate e quali no», risponde uno dei difensori. «Ed è proprio quello che è successo», la pronta replica del Pm Giuseppe Cascini. Ma questa non è stata l'unica occasione di tensione della giornata. Verso le 16, infatti, il presidente Rosanna Ianniello ha preannunciato che la giornata si sarebbe conclusa con una camera di consiglio di almeno due ore. Una decisione contro la quale si sono scagliati i legali delle difese, dando il via a 10 minuti di bagarre, perché, secondo loro, in questo modo «ci viene impedito di fare il nostro lavoro di studio».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 25 Novembre 2015, 08:57
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