Elio Toaff, i big della politica in Sinagoga
per l'ultimo saluto all'ex Rabbino -Foto
di Flavia Scicchitano
Ieri mattina erano in centinaia ad attendere il feretro dell'ex capo della comunità ebraica romana sotto il colonnato del Tempio Maggiore per rendergli onore. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, gli assessori capitolini, Francesca Danese e Paolo Masini, il vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio, il prefetto Franco Gabrielli.
Il presidente della Camera, Laura Boldrini, e del Senato, Pietro Grasso, deputati, ministri. E il presidente della Comunità ebraica, Riccardo Pacifici, insieme al rabbino capo, Riccardo Di Segni, che hanno accompagnato la bara dalla casa del Ghetto fino alla Sinagoga.
«Toaff ha saputo lavorare a vantaggio di tutti gli italiani - ha detto Di Segni - La sua vita riassume i drammi e le grandezze del '900, la distruzione e la volontà di ricostruire una comunità massacrata dalla persecuzione».
Poi il fiume di applausi, le lacrime, il corteo funebre per le strade del Portico d'Ottavia, prima della partenza per Livorno, la sua città natale, dove ieri pomeriggio sono stati celebrati i funerali. «Il paese perde un grande italiano, la comunità ebraica e la nazione un punto di riferimento morale e culturale. Per Roma è una notte triste», ha detto Marino che, in accordo con l'Ufficio scolastico regionale, ha invitato per oggi gli istituti a rispettare un minuto di silenzio.
E presto, su proposta del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Roma intitolerà al rabbino capo emerito una strada: «Elio Toaff non va soltanto commemorato ma ne va ricordato, oggi e in futuro, l'insegnamento morale e civile. Sarei lieto dell'intitolazione di una via della Capitale a un grande italiano». Proposta accolta subito da Marino: «Col massimo della velocità avvieremo le procedure necessarie».
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Aprile 2015, 08:06
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