Riforma P.A., via libero definitivo in Senato.
Tra le novità la licenziabilità dei dirigenti

La riforma Madia della P.A. è legge: via libera in Senato. Tra le novità anche la licenziabilità dei dirigenti -LEGGI
ROMA - Via libera definitivo al ddl di riforma della Pubblica Amministrazione. L'Aula del Senato ha infatti approvato la delega sulla P.A, con 145 voti a favore. I contrari sono invece stati 97 e nessun astenuto. Il 17 luglio era arrivato il voto finale della Camera al testo che vede, tra le misure più significative, la stretta sui dirigenti: gli incarichi non saranno più a vita e c'è la possibilità di essere licenziati se l'ultimo incarico ricoperto viene valutato negativamente. Inoltre il testo prevede il riordino delle partecipate e dei servizi pubblici locali e uno spostamento di risorse dal Corpo Forestale dello Stato ai vigili del Fuoco.



La riforma della Pubblica Amministrazione vede dunque il traguardo, anche se fatta la legge si apre però la partita più delicata, quella dell'attuazione. Sulla rampa di lancio c'è una batteria di circa venti decreti. I primi arriveranno in Consiglio dei ministri subito dopo la ripresa dalla pausa estiva. Il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, parla di «due pacchetti» in linea di principio: un doppio binario, da una parte tutte le misure antiburocrazia e dall'altra gli interventi volti al dimagrimento della macchina pubblica, basti pensare al taglio delle municipalizzate.



Anche stavolta, fu lo stesso lo scorso anno, la prima settimana d'agosto, con cui si chiude l'attività parlamentare, risulterà cruciale per la Pubblica amministrazione. Nel 2014 diventò legge il decreto Madia, adesso siamo alla delega, che lo stesso ministro ha definito come «il cuore» della riforma. Il testo approvato dall'Aula del Senato è quello uscito dalla Camera, l'esame in commissione a palazzo Madama non ha infatti portato a modifiche. D'altra parte palazzo Madama aveva già profondamente modificato il ddl in prima lettura (giro di vite sulle assenze, licenziamenti più facili, commissariamento per le partecipate in rosso). Eppure alla Camera le modifiche non sono mancate (abolizione del voto minimo di laurea, un solo libretto per l'auto, stretta sui dirigenti).



La riforma della P.A.
diventa così legge: le prossime tappe sono, dopo la firma del Capo dello Stato, la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma soprattutto si apre la fase di attuazione. Essendo una legge delega la messa a punto dei decreti legislativi rappresenta un capitolo cardine. Ci sono oltre 15 deleghe a cui seguiranno altrettanti, e forse più, provvedimenti: si va dalla razionalizzazione delle partecipate pubbliche al riordino della dirigenza, dalla digitalizzazione dei servizi al processo contabile, dal taglio delle prefetture a quello delle camere di commercio.




Trattandosi di una delega la fase attuativa è quella più attesa. Visti i rimandi contenuti nel testo per Madia il numero di decreti sarà «superiore a 10 ma sotto i 20», da presentare «in due pacchetti». Uno, si può ipotizzare, sotto la testata cittadini e l'altro sotto quella Spending review. Il riordino del pubblico impiego potrebbe arrivare anche con più calma, sottoforma di testo unico.



«Il governo Renzi ha detto no alla creazione di una polizia Ambientale ed al tempo stesso ha depotenziato il Corpo Forestale dello Stato senza toccare gli sprechi clientelari dei forestali nelle Regioni a statuto speciale come in Sicilia. Le ecomafie ringraziano!». Lo dichiara il capogruppo del Movimento 5 Stelle Senato Gianluca Castaldi al termine dell'approvazione della ddl sulla Pubblica amministrazione.

Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Agosto 2015, 18:23
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