Parla il gioielliere che ha ucciso il ladro: "Volevano i soldi e dicevano che ci finivano tutti. Poi ho sparato"

Parla il gioielliere che ha ucciso il ladro: "Volevano i soldi e dicevano che ci finivano tutti. Poi ho sparato"

di Ernesto De Franceschi
MILANO - Il suo è un racconto lucido e drammatico. «Mi hanno avvicinato un coltello alla faccia dicendomi: se non mi dite dove sono i soldi vi apriamo tutti e tre. A questo punto non ho voluto più esitare, appena mi hanno dato spazio ho estratto la pistola». È il film dell'ora e mezza da incubo vissuta dal commerciante Rodolfo Corazzo e dalla sua famiglia ieri sera, dopo l'ingresso dei tre rapinatori armati nella loro villetta nel milanese. Una rapina culminata con l'uccisione, da parte di Corazzo, di uno dei tre delinquenti. «Ero appena rientrato da lavoro in moto quando i rapinatori mi hanno preso nel garage. Mi hanno toccato il giubbotto per sentire se avevo armi addosso, ma per fortuna ero talmente imbottito per il freddo che non hanno sentito la pistola che avevo nella tasca della giacca. Ero armato perchè il mio lavoro richiede quello» ricostruisce il gioielliere. Una volta entrati in casa, prosegue Corazza, «ci hanno tenuti un'ora e mezza sotto la minaccia di una pistola e di un coltello. Hanno preso i soldi che avevo in tasca, i gioielli di mia moglie e le pistole che avevo nel caveau. Loro però sapevano che avevo molto di più, che avessi soldi e molto oro. Erano nervosi, mi urlavano bugiardo, dicci dove hai nascosto i soldi, abbiamo fatto 400 km per venirli a prenderè. Ma io non avevo più nulla da dargli e gli ho risposto 'smontate pure la casà. Uno allora mi ha colpito con schiaffo minacciandomi: "avete due minuti per parlare tra voi e dirmi dove sono i soldi, poi siete finiti". A quel punto ho deciso di sparare un colpo per fargli capire che ero armato e mandarli via».

I tre hanno deciso quindi di fuggire dal garage con le refurtiva, ma non riuscendo ad aprire la cler, secondo quanto affermato da Corazzo, «sono tornati alla carica sparando sei colpi con la pistola che avevano preso nel mio caveau, una 357 magnum. L'ho riconosciuta subito perchè è una pistola con una canna molto grossa, sportiva, che uso per sparare al poligono. Sentivo i proiettili che mi sfioravano. Quindi ho risposto al fuoco, ma senza prendere niente.
All'ultimo momento due di loro sono venuti contro di me, lì ho nuovamente aperto il fuoco e devo averlo colpito».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 25 Novembre 2015, 18:11
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