Milano, quale futuro per l'area Expo dopo
il 2015? La Regione: "Serve un piano"

Milano, quale futuro per l'area Expo dopo ​il 2015? La Regione: "Serve un piano"

di Alessandro Franzi
Per evitare un cortocircuito sulla destinazione delle aree Expo dopo il 2015, serve al più presto un vertice fra i soci della società che se ne deve occupare, Arexpo.





È questa la richiesta fatta dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, dopo che il bando è andato deserto. Nessuno, infatti, finora ha presentato un'offerta per realizzare un progetto nel dopo-Expo. E quello di cui si parla al momento, insomma, sono «solo opinioni personali», per Maroni. Che da parte sua non rinuncia all'idea del nuovo stadio, a cui si dice certo che almeno il Milan è interessato. Ma su come procedere a un nuovo bando, Regione e Comune mostrano di avere posizioni opposte. Il governatore leghista conferma di pensare a «un piano B, facendo bandi per lotti separati», anche se «a decidere deve essere il Consiglio di Arexpo», di cui Regione e Comune sono soci. Il vice-sindaco, Ada Lucia De Cesaris, vede peròin questa prospettiva un rischio.



«Lo spezzatino - ha detto parlando alle commissioni Expo e Urbanistica di Palazzo Marino - introduce senza dubbio elementi di rischiosità elevata». Quanto a un piano B, ha aggiunto, «al momento non c'è, quando una società ha un piano A, deve promuovere il piano A e credo che ci siano operatori privati interessati».



Il vice-sindaco ha infatti sostenuto che per il l'area del dopo-Expo «l'interesse c'e': abbiamo avuto 15 dichiarazioni di interesse, 4 visite, una richiesta di proroga del bando, e Assolombarda ha detto pubblicamente che è disponibile ad affiancarsi nella localizzazione di attività anche private, purchè ci sia una grande regia pubblica». Tutte questioni su cui servirà dunque un vertice chiarificatore nei prossimi giorni.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Novembre 2014, 09:36
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