Milano, emergenza profughi: slitta
l'apertura straordinaria del Cie Corelli

Milano, emergenza profughi: slitta ​l'apertura straordinaria del Cie Corelli

di Simona Romanò
Slitta di qualche giorno l'apertura straordinaria (prevista oggi) del Cie: il centro d'identificazione ed espulsione di via Corelli prestato per sei mesi dal Viminale per accogliere i profughi eritrei e siriani.

Oggi ci sar una riunione in Prefettura per definire gli ultimi aspetti formali, in attesa dell'ok definitivo dal ministero dell'Interno che ha accolto l'appello del Comune, i cui dormitori sono stracolmi per l'emergenza rifugiati.





Al vertice parteciperà anche la Gepsa, la società francese che ha vinto l'appalto e gestirà anche in futuro la struttura, chiusa lo scorso dicembre per la riqualificazione, costata 350mila euro e resa necessaria dopo una serie di rivolte messe in atto dagli irregolari che hanno bruciato, danneggiato e reso inagibili alcune aree. Ora, però, il Cie - che ritornerà ad essere un semi-carcere per i clandestini in attesa d'espulsione - sarà riadattato per poter ospitare 140 fuggiaschi.



«Stiamo predisponendo i ritocchi organizzativi, ma non modifiche strutturali - spiega l'assessore alla Sicurezza, Marco Granelli - le porte blindate non saranno chiuse a chiave, non sarà attivato il controllo di polizia 24 ore su 24, ma ci saranno operatori di custodia. E dal punto di vista sanitario avremo dei vantaggi, perché è predisposto un ambulatorio con medici». Palazzo Marino aspetta di sbrigare gli ultimi passaggi burocratici, perché non cessa l'ondata di profughi con una media di 700 nuovi arrivi ogni giorno, soprattutto siriani. Da ottobre ne sono stati accolti oltre 36mila.



Intanto, sarà pronto entro fine anno anche il nuovo Cara (Centro d'accoglienza per richiedenti asilo): sorgerà in una palazzina bianca a poca distanza dal Cie Corelli. Sarà il primo nel nord-ovest. Il più vicino, finora, era quello di Gradisca d'Isonzo.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Settembre 2014, 11:45
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