Gay Pride, il corteo per le strade di Milano.
Tra le bandiere in testa anche quella greca

Gay Pride, il corteo per le strade di Milano. Tra le bandiere in testa anche quella greca
C'è anche una bandiera della Grecia in testa al corteo del Milano Pride 2015, la sfilata per i diritti gay che ha cominciato il suo percorso per le vie di Milano da piazza Duca D'Aosta alle 16.





«I diritti nutrono il pianeta» è lo slogan scritto sullo striscione che da' il via al pride: tra bandiere colorate, carri e travestimenti, sono attese dagli organizzatori 50mila persone. «La bandiera greca è qua per solidarietà al popolo greco ma anche per ribadire la nostra militanza umana, non tanto politica», spiega il consigliere dell'ArciGay Marco Volante. Piazza Duca d'Aosta e via Vitruvio, l'inizio del percorso della sfilata, sono un fiume in piena. Associazioni, partiti e sindacati sono in strada con i manifestanti. Tra le prime, Arcigay, Amnesty, Uaar e diverse piccole associazioni per i diritti gay sfilano con le loro bandiere e i loro messaggi, come «l'amore non conosce differenze».



Tra i partiti ci sono i circoli dei Radicali italiani, del Movimento 5Stelle, del Pd e di Sel. Questi ultimi, ad esempio, portano l'esperienza delle coppie etero che scelgono lo sciopero dei fiori d'arancio: non si sposano finché non sarà un diritto universalmente riconosciuto. «Nessuno di noi può opporre all'altro scelte diverse dalle sue», dice l'assessore ai lavori pubblici di Milano, Carmela Rozza, presente al corteo insieme agli altri assessori Pierfrancesco Maran, Pierfancesco Majorino e al vicesindaco Ada Lucia De Cesaris. «Secondo me - continua - Milano è all'avanguardia rispetto ai dritti ma se non abbiamo una legge nazionale sui diritti delle coppie gay, questo non può che essere un Paese arretrato da questo punto di vista. Ma io - aggiunge - sono convinta che la società italiana sia molto più avanti della classe politica».



Anche qualche voce poco festosa, 'c'e' poco da festeggiare in questo Paese dopo Usa' (AdnKronos) - Quest'anno sono soprattutto coppie, ragazzi giovani e famiglie con bambini (e cani) al seguito i simpatizzanti del Milano Pride, «più politically correct del solito», a detta di molte voci storiche, tra i partecipanti alla sfilata, sentiti durante il corteo. Tra chi balla e chi canta rivendicando l'orgoglio gay, c'è anche qualche voce fuori dal coro: «C'è poco da essere 'pride' dopo quello che è successo negli Stati Uniti (con la sentenza della Corte Suprema che legalizza le coppie gay in tutti gli stati, ndr): siamo il Paese occidentale più arretrato e più che dell'opinione pubblica dovrebbe importarci di smuovere le istituzioni», sostiene Riccardo D., 28 anni, che lavora nella moda. «Serve meno clima di festa e più rabbia», sottolinea.



Dal palco della manifestazione, oltre a quelle del sindaco Giuliano Pisapia, sono arrivate anche le parole del presidente dell'Arcigay nazionale, Flavio Romani: «Chiedo al presidente del Consiglio di fare velocemente tutte le leggi che servono in questo paese alle persone Lgbt: il matrimonio in primis, ma anche - dice - una buona legge contro l'omofobia e una che riesca ad andare incontro finalmente alle esigenze delle persone trans». Secondo Romani, «c'è tantissima strada da fare in questo paese, che negli ultimi vent'anni su questi temi si è addormentato: e adesso stiamo pagando sulla nostra pelle». Oltre agli assessori della giunta milanese, alla fine si è presentato al Milano Pride anche il ministro Maurizio Martina, convinto della «necessità di una legge moderna sulle unioni civili».
Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Giugno 2015, 21:37
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