Tiziano, ucciso dalla valanga: due
anni fa si era salvato per miracolo

Tiziano, ucciso dalla valanga: 2 anni fa si salvò
BELLUNO - Due anni fa si era salvato dalla neve, ieri la valanga l'ha ucciso. Tiziano Favero, operaio di 44 anni, morto sotto la neve in Val Fonda, risiedeva a Valle di Cadore e lavorava in una fabbrica di occhiali a Tai. Era persona schiva e riservata, grande passione per la montagna r un lavoro in una azienda di piccola minuteria per occhiali.







E nella notte arriva anche un'altra tragica notizia:

anche Daniele Costan Zovi, 29 anni, rimasto a lungo sotto la neve non ce l'ha fatta. Quando è stato estratto dalla neve, i medici hanno accertato che il suo cuore non batteva più, ma non si sono persi d’animo e hanno coinciato le manovre per la rinimazione. Il finanziere ha ripreso le funzioni vitali, anche se le sue condizioni sono subito apparse disperate. Dopo il ricovero all’ospedale di Trento in grave stato di ipotermia e sottoposto alla circolazione extracorporea è spirato nella notte.



Anche Mirco De Col, che ha 36 anni e vive a Perarolo di Cadore, è in condizioni molto gravi.



Favero due anni fa si era salvato dalla valanga, ieri non c’è stato scampo per lui. «Faccio il volontario per fare esperienza» aveva detto il giorno dopo quella valanga a Casera Razzo, era il gennaio 2013, che aveva ucciso un alpinista e ferito gravemente un altro. Favero si era salvato perchè quando era partita la slavina si trovava nel bosco.







Il sopravvissuto di ieri è Maurizio Bergamo, detto Icio, che è capo della stazione Soccorso alpino Centro Cadore dall’inizio di gennaio. «Il pericolo valanghe era al grado due», ha detto Bergamo a chi gli ha prestato soccorso, spiegando che non c’era alcuna allerta e che loro erano tutti tranquilli. All’appuntamento erano andati anche Daniele Costan Zovi, finanziere, e Mirco De Col.

Esperti e scrupolosi.







«Prima di partire - spiega Bergamo - abbiamo controllato che tutti avessero l’Arva (il sistema gos anti-valanga ndr). Una verifica alla partenza che facciamo sempre, prima di ogni uscita».



Erano tutti attrezzatissimi, tutti con i dispositivi per la sicurezza anti-valanghe. Maurizio, la vittima, indossava anche l’airbag, un costosissimo "zaino" che si gonfia al momento della slavina per proteggere chi viene investito dalla neve. Ma neppure quello gli ha salvato la vita.




Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Marzo 2015, 15:49