Sottrae 200mila euro alla scuola in cui lavora,
restituisce tutto e viene riammesso

Sottrae 200mila euro alla scuola in cui lavora, restituisce tutto e viene riammesso
Ha ammesso le proprie responsabilità, ha collaborato con la magistratura, ha mantenuto la promessa di restituire ogni centesimo dei quasi 200 mila euro sottratti dalle casse dell'istituto comprensivo di Povegliano e Villorba e ha chiuso i conti con la giustizia patteggiando due anni di reclusione, pena sospesa, per peculato e accesso abusivo a un sistema informatico.



Ora, dopo essere stato sospeso dal proprio incarico di lavoro e successivamente licenziato senza preavviso il 17 luglio 2014, il 53enne di Carbonera Davide Gabrieli ha vinto la propria battaglia contro la Pubblica amministrazione ottenendo il reintegro immediato. Assistito dagli avvocati Michele Perissinotto e Aldo Agostinacchio, l'ex direttore generale dei servizi amministrativi dell'istituto comprensivo aveva infatti deciso di impugnare il licenziamento.



Il Ministero dell'Istruzione dell'Università della Ricerca e l'Ufficio Scolastico Regionale del Veneto si sono costituiti in giudizio contestando le eccezioni e le argomentazioni a fondamento del ricorso.



Instaurato il procedimento di fronte al giudice del lavoro del Tribunale di Treviso, la tesi dei legali di Gabrieli è stata accolta in pieno. Il giudice, decidendo la fase a cognizione sommaria, ha ritenuto infatti fondata l'eccezione di decadenza dal potere sanzionatorio nella quale era incorsa la Pubblica amministrazione (che non si era costituita parte civile nel procedimento penale) e ha dichiarato la nullità del licenziamento.



Il giudice ha inoltre condannato la P.A. al reintegro immediato nel proprio posto di lavoro di Gabrieli e a corrispondergli, a titolo di risarcimento del danno, una somma pari agli stipendi non percepiti a seguito dell'illegittimo licenziamento alla quale si aggiunge anche quella di rifusione delle spese legali.



Gabrieli, secondo l'accusa, effettuava bonifici sui suoi conti correnti, alcuni cointestati con la madre, facendoli passare come rimborsi per supplenze mai eseguite. Il 53enne, in possesso delle password del sistema informatico dell'amministrazione, era in grado poi di far sparire il nominativo del fantomatico supplente dalla lista lasciando solo traccia del bonifico effettuato. In tutto, dal 2002 al 2012, avrebbe accumulato 197 mila euro. Denaro che è stato restituito fino all'ultimo centesimo e che sarebbe servito per sottoporsi a un delicato intervento chirurgico per una malattia di cui soffre da tantissimi anni.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Maggio 2015, 10:07