Sesso, allerta clamidie: colpisce il 15%
delle ragazze tra i 20 e i 26 anni

Sesso, allerta clamidie: colpisce il 15% ​delle ragazze tra i 20 e i 26 anni
MILANO - Scatta l'allerta. In Italia circa il 15% delle ragazze fra i 20 e i 26 anni ha già contratto un'infezione da clamidie. Numeri che preoccupano i microbiologi che lanciano un appello: il problema va affrontato nel Piano nazionale di prevenzione i cui contenuti sono in via di definizione. Per gli esperti dell'Amcli, Associazione italiana microbiologi clinici, «in attesa che siano disponibili i primi vaccini mirati, la sola strada percorribile per fronteggiare e contenere la diffusione tra i giovani dell'infezione da Clhamidia trachomatis è l'attivazione di uno screening dei ragazzi nell'ultimo anno della scuola media superiore».



Una scelta, spiegano, «che permetterebbe di diagnosticare molti casi prima che si cronicizzino e, al tempo stesso, di diffondere tra i giovani una maggiore sensibilità e cultura della protezione nei rapporti sessuali. Il tutto reso ancor più grave dal fatto che il diffondersi dell'infezione è per sua natura asintomatico». Le clamidie, ricordano gli esperti, sono batteri che possiedono la caratteristica di parassitare le cellule dei tessuti animali. «Dati ormai consolidati fanno ritenere che le infezioni causate da questi batteri siano tra le malattie trasmissibili sessualmente più diffuse al mondo, con una prevalenza del 16-38 % nelle donne e del 30-50 % nei maschi. L'infezione colpisce principalmente gli adolescenti e i giovani nella fascia d'età tra i 20 e i 26 anni», ricorda l'Amcli. Nell'uomo si sospetta infezione da clamidie in presenza di bruciore, difficoltà a urinare e secrezione purulenta, ma il 40% dei soggetti colpiti è asintomatico. Nella donna l'infezione è localizzata primariamente nella cervice e nella porzio, ma spesso anche nell'uretra. Dalla cervice l'infezione può risalire nella cavità uterina e propagarsi a tube, ovaie e peritoneo, con rischio di danni agli organi riproduttivi. Tanto che questa è una frequente causa di infertilità. È documentata anche la possibile concomitante infezione con altri microrganismi responsabili di malattie sessualmente trasmissibili (gonococco, Hiv, herpes).



Se non curata e quindi protratta nel tempo, l'infezione da Clhamidia trachomatis aumenta nelle donne il rischio di contrarre infezioni da parte dei Papillomavirus coinvolti in neoplasie cervicali. Il fenomeno è così diffuso poiché quasi l'85% delle donne infette sono prive di sintomi. «Non sono attualmente disponibili vaccini, anche se alcuni sono in fase di studio e valutazione - ricorda Pierangelo Clerici, presidente Amcli - Vista la gravità della problematica mi chiedo se, nell'ambito del piano nazionale di prevenzione che sta per essere varato, non si possa prevedere uno screening dei ragazzi, maschi e femmine, nel corso dell'ultimo anno di scuola superiore, o per lo meno venga inserita la possibilità di un progetto pilota di screening in una o più regioni disponibili». Oggi l'accertamento diagnostico, che viene condotto dai laboratori di microbiologia clinica, è raccomandato non solo in tutti gli uomini e le donne che presentano sintomi di infezioni genitali, ma anche nelle donne non sintomatiche e nel loro partner. «Test rapido, sensibile e specifico. Il materiale su cui eseguirlo può essere anche l'urina della prima mattina», aggiunge Cristina Giraldi, segretario Amcli.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Ottobre 2014, 16:30
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