"Scuola, troppi tre mesi di vacanze"
Il ministro Poletti scatena la polemica

"Scuola, troppi tre mesi di vacanze" Il ministro Poletti scatena la polemica

di Lorena Loiacono
ROMA - «Andate a lavorare». È questa la ricetta del ministro Poletti per ridurre la pausa estiva degli studenti italiani. Tre mesi di vacanza da scuola sono troppi e il ministro suggerisce di impegnare almeno un mese nella formazione: in 4 ore di lavoro al giorno. Le 13 settimane di riposo concesse alla scuola italiana, in realtà, sono tante rispetto agli altri Paesi: sono garantite solo in Turchia, Lettonia e Lituania. Spagna e Ungheria ne hanno 11, Francia, Austria e Belgio 9, appena 6 in Germania, Danimarca e Regno Unito.



«Un mese di vacanza va bene - ha specificato Poletti - ma non c’è un obbligo di farne tre. Uno potrebbe essere passato a fare formazione. I miei figli d’estate sono sempre andati al magazzino della frutta a spostare le casse: sono venuti su normali, non sono speciali. È una cosa che vale la pena di fare per garantire una formazione. Non è grave per un ragazzo, invece di stare a spasso per le strade della città, andare a fare quattro ore di lavoro». Ed è subito bufera.

«Il ministro - ha commentato il segretario della Cisl, Francesco Scrima - pensi a ridurre le amare vacanze dei senza lavoro». Sullo stesso piano il Codacons: “più che spingere gli studenti a lavorare d'estate - ha commentato Carlo Rienzi - Poletti dovrebbe spingere le aziende ad assumere giovani”. Secondo un sondaggio di Skuola.net, realizzato su un campione di 1600 studenti tra 11 e 25 anni, l'88% degli intervistati è contrario a ridurre le vacanza ad un solo mese ma la percentuale dei favorevoli sale al 34% se la prospettiva è di una reale alternanza scuola-lavoro.



Un aspetto affrontato anche dalla riforma della Buona Scuola: “i temi toccati da Poletti – ha aggiunto il ministro Giannini - sono nel Ddl dove è previsto che l'alternanza può essere svolta durante la sospensione delle attività didattiche”. In realtà è di tutt'altro parere Pietro Lucisano, coordinatore di scienze della formazione dell’univrsità Sapienza: “in Italia si fa fatica anche a trovare tirocini gratuiti - spiega l'esperto - alla Sapienza abbiamo diecimila tirocinanti e facciamo i salti mortali per trovargli un posto. L’idea è buona, ma va strutturata a dovere altrimenti si rischia di sfruttare i ragazzini solo per fare fotocopie e portare il caffè. La formazione invece ha senso se è educativa. Ma il nostro Paese non è pronto”.





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Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Marzo 2015, 09:36
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