Concordia, "oltre 20 anni per Schettino".
L'ex comandante: per l'inchino non avvisai

Concordia, la Procura: "Oltre 20 anni per Schettino". L'ex comandante in aula: inchino non fu un favore a Domnica

di Mario Fabbroni
ROMA - Ventidue anni di reclusione per l’ex comandante della Costa Concordia, indicato come il principale responsabile del naufragio all’isola del Giglio costato la vita a 32 persone.





La Procura è pronta a formulare questa richiesta nella sala del teatro Moderno di Grosseto, trasformata ormai da due anni in un’aula giudiziaria. Ma ieri si è tenuto l’interrogatorio di Francesco Schettino, che ha quindi raccontato la sua verità sulla notte del 13 gennaio 2012.







L’ex comandante ha tirato in ballo più volte il suo secondo alla guida della Concordia, Ciro Ambrosio, inizialmente al comando la notte del naufragio. «Non nascondo di aver dormito in questa vicenda, ma in plancia non mi é stata descritta la situazione reale - spiega Schettino -. A impatto avvenuto, chiesi dov’era questo scoglio, dato che sul radar non risultava. E lui rispose: a dritta. Ma allora perché non lo ha detto chiaramente prima?». Agli atti del processo, la Procura ha allegato un nuovo video in cui per la prima volta si vede Francesco Schettino dopo l’urto alle Scole. Il comandante viene immortalato – secondo la Procura – mentre scappa dalla nave. Durante l’interrogatorio di garanzia invece disse che era caduto dalla nave. Nelle interviste poi raccontò di essere stato sbalzato. Di fatto al Giglio – a differenza di altri naufraghi – arrivò completamente asciutto.









Altro argomento, l’inchino: «Lo abbiamo fatto anche per una questione commerciale, così la gente da terra poteva fare le foto e i passeggeri potevano vedere l’isola.
Inoltre omaggiai il maitre Tievoli e l’ex comandante Palombo. Ho preso tre piccioni con una fava - ha concluso Schettino -. Era un’accostata, non avvisai nessuno».​

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Dicembre 2014, 10:28