Le squillo costrette ad aprire la partita IVA.
"Devono pagare le tasse". Rivolta a Rimini

Le squillo costrette ad aprire la partita IVA. "Devono pagare le tasse". Rivolta a Rimini
"Servizi alla persona". Con questo oggetto sono state costrette le prostitute di Rimini ad aprire la partita Iva per pagare le tasse sulla loro attività in strada. L'Agenzia delle Entrate di Rimini si è basata sulla sentenza della Cassazione del 2010 che recitava queste parole: "il meretricio è soggetto a tassazione perché attività lecita".



Ad oggi sono almeno quattro i casi, emersi durante i controlli fiscali, in cui le lucciole sono state "costrette" ad aprire la partita Iva e di conseguenza a pagare tasse e contributi sulle prestazioni effettuate. E scoppia la bufera, con l'annuncio di ricorsi in arrivo.



La professione più antica del mondo, come viene definita la prostituzione, è dunque un'attività lavorativa autonoma. E quindi va tassata. Secono gli ispettori dell'Agenzia delle Entrate la prostituzione va tassata, soprattutto perché ci si trova di fronte a donne con conti in banca considerevoli. E di fronte ad una cospicua richiesta di denaro da versare all'erario, le prostitute sono pronte alla battaglia.
Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Maggio 2015, 15:29
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