Ludopatia, il male che affligge sempre
più italiani: boom in Lombardia e Veneto

Ludopatia, il male che affligge sempre ​più italiani: boom in Lombardia e Veneto

di Valeria Arnaldi
ROMA - Erano “appena” 5800 nel 2012. Sono saliti a 6800, nel 2013, gli italiani in cura per dipendenza da gioco d'azzardo. Dalla Relazione sulle tossicodipendenze 2014 del Dipartimento Politiche Antidroghe viene fuori il ritratto di un Paese compulsivo.





La droga preferita dai giovani è la cannabis – in aumento di due punti percentuali – ma il gioco miete sempre più vittime. Di tutte le età. I giovani giocatori problematici sono il 4,3%, quelli patologici il 3,8%. Uomini nell'83,2% dei casi, molti i padri di famiglia. Le regioni con il maggior numero di persone in cura sono Lombardia e Veneto. Il fenomeno però è diffuso e continua a estendersi.



D'altronde, ammalarsi è facile. Lo sa - e lo racconta - bene Francesco Fiore, classe ‘74, vicentino, 10 anni di dipendenza dal gioco, che ha scelto change.org per lanciare appelli e web-petizioni: «Mi piaceva giocare sin da ragazzo, avevo 17 anni e un amico più grande faceva le puntate per me. La dipendenza è scattata dopo, quando ho trovato le slot machine nel bar vicino al luogo di lavoro».



Una storia comune a tante, trasformata dall'impegno: tutti sapevano della malattia di Francesco, cui però gli esercenti non impedivano di giocare. «La legge vieta il gioco ai minorenni – dice Fiore –. Dovrebbe essere vietato pure ai giocatori compulsivi. L'astinenza è l'unica cura».



Per i tanti che si curano, ci sono quelli, molto più numerosi, che non riconoscono il problema. Milioni di persone. I giocatori dipendenti possono chiedere danni allo Stato, avverte il Codacons, che sta valutando la possibilità di una class action.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Settembre 2014, 10:44
© RIPRODUZIONE RISERVATA