Lecce, 22enne suicida in ospedale, 4 ore
di calvario per un ricovero: aperta un'inchiesta

Lecce, 22enne suicida in ospedale, 4 ore di calvario per un ricovero: aperta un'inchiesta

di Maddalena MONGIO'
GALATINA - A meno di ventiquattr’ore dalla tragedia c’è un’indagine interna della Asl per far chiarezza attorno al suicidio del 22enne napoletano Luca Izzo. Ma nella mattinata di ieri dal commissariato di Galatina è già partita una dettagliata relazione per il pm, Giuseppe Capoccia. Nella relazione sono stati riferiti i fatti, riportate le testimonianze e i rilievi effettuati sul luogo dove il ragazzo si è tolto la vita, l’Ospedale Santa Caterina Novella, a Galatina.





Il giovane era arrivato nel Salento martedì mattina - nel centro di disintossicazione Narconon “Il Gabbiano” di Torre dell’Orso, marina di Melendugno - per liberarsi dalla dipendenza dalla droga, e nel pomeriggio dello stesso giorno, invece, si è tolto la vita saltando dal quarto piano dell’ospedale “Santa Caterina Novella” di Galatina, in attesa di un ricovero troppo difficile da ottenere.



E adesso all’interno della Asl si corre per far luce sulla dinamica dei fatti e accertare le eventuali responsabilità, se colpe ci sono state, da parte dei sanitari intervenuti nella vicenda, ai vari livelli. Indaga la Asl, ma non è escluso anche la Procura possa aprire nelle prossime ore un fronte di indagine, anche perché la famiglia non si rassegna a vedersi restituire una salma.



Il ragazzo proprio nella sua ultima giornata di vita avrebbe tentato due volte il suicidio: una prima volta all’interno del centro Narconon, una seconda volta nel Pronto soccorso dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Attorno a mezzogiorno di martedì, appena arrivato nel centro, aveva subito mostrato grave agitazione determinata da una crisi di astinenza. Un’agitazione arrivata al punto di dare diverse testate al muro.



Tre operatori del Narconon lo avevano fatto salire in macchina e lo avevano portato al Pronto soccorso del Fazzi. Qui era stato tenuto in osservazione per tre ore, sedato e sottoposto a visita psichiatrica. La psichiatra che lo ha visitato non aveva ritenuto, però, che ricorressero gli estremi per un trattamento sanitario obbligatorio e, dopo la somministrazione di farmaci che avevano smorzato gli effetti dell’astistenza da sostanze stupefacenti, il ragazzo aveva firmato il foglio di dimissioni volontarie.



Ma era durato poco. Tempo mezz’ora e gli operatori hanno riportato Luca al Pronto soccorso del Fazzi perché, con un paio di forbici prese chissà dove aveva tentato di tagliarsi le vene. A quel punto la psichiatra è stata richiamata a consulto, nel Pronto soccorso. Al ragazzo ha spiegato l’opportunità del ricovero: peccato, però, che nel reparto psichiatrico del Fazzi non ci fosse posto. Scatta la telefonata al reparto di Psichiatria di Galatina e qui è stato trovato un letto libero. Come arrivarci? Non c’era un’ambulanza disponibile e gli operatori del Narconon non hanno avuto scelta: di nuovo in automobile per arrivare al nosocomio galatinese.



Era ormai pomeriggio inoltrato, attorno alle 18. Gli operatori del Narconon hanno portato il ragazzo direttamente in reparto, ma qui non poteva essere accolto perché - prima - doveva essere fatto il foglio di ricovero in Pronto soccorso. Proprio quel tragitto è stato fatale per Luca. Un operatore entrava in Pronto soccorso per espletare le formalità, gli altri due e il giovane erano rimasti in attesa, all’esterno dell’ospedale. Erano ormai quasi le 18.30 - dopo oltre quattro ore di calvario -, il ragazzo si è chinato, si è tolto le scarpe e ha iniziato a correre incontro alla morte, inseguito dagli operatori. Il ragazzo è salito sulla scala antincendo e al quarto piano, quando gli operatori erano ad un metro di distanza da lui, si è lanciato nel vuoto: un volo d’angelo e una giovane vita se n’è andata. Lasciando intorno a sé dolore, sgomento, e diversi interrogativi.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Agosto 2014, 10:17