Giordana uccisa con 42 fendenti, parla l'ex:
"Ecco il coltellino che ho usato" -Guarda

Giordana uccisa con 42 fendenti, parla l'ex: "Ecco il coltellino"
CATANIA - Aveva comprato «un coltellino di pochi centimetri da un'armeria cinque mesi fa» per «sicurezza e difesa», visto che la zona in cui abita, alla periferia di Belpasso, nel Catanese, «la sera è isolata e pericolosa».



Così Luca Priolo ha motivato al Gip di Milano, Paolo Guidi, l'essere stato in possesso di un'arma da taglio quando, il 7 ottobre scorso, ha ucciso a Nicolosi la sua ex convivente, Giordana Di Stefano.



La ventenne, i cui funerali sono stati celebrati oggi nella Chiesa Madre del paese etneo - è emerso dall'autopsia - è stata colpita con 42 colpi in diverse parti del corpo, 19 dei quali alla schiena, con una violenza tale da averle procurato delle microfratture al cranio.







La coppia aveva una figlia di 4 anni, che viveva con la madre e la nonna materna. Il giovane dopo il delitto è fuggito ed è stato catturato a Milano grazie a indagini dei carabinieri di Catania che, letto un Sms che Luca Priolo aveva mandato al padre col cellulare di un ignaro passante, hanno scoperto che stava per fuggire all' estero e segnalato a militari dell'Arma lombardi il treno sul quale stava per salire, quello diretto a Lugano.



Nella stazione centrale è stato fermato su disposizione del procuratore di Catania, Michelangelo Patanè, e del sostituto Alessandro Sorrentino. Provvedimento che il Gip di Milano, Paolo Guidi, accogliendo la richiesta del Pm di turno, Christian Barilli, ha convalidato emettendo anche un'ordinanza di custodia cautelare per omicidio volontario aggravato.



Nell'interrogatorio di garanzia Luca Priolo ha insistito nel «negare la premeditazione», ribadendo che il movente è da collegare a «un raptus del momento» dovuto alla «volontà di lei di non revocare la denuncia per stalking» nei suoi confronti, per la quale quel giorno si teneva la prima udienza per la richiesta di rinvio a giudizio davanti al Gip di Catania. «Una denuncia - spiegano i legali di Luca Priolo, gli avvocati Sergio Di Mariano e Gaetano Agosta - che riteneva ingiusta perchè diceva di non essere stato lui a entrare a casa della giovane, nel 2013, da una finestra. E che gli bloccava il futuro lavorativo. Lui era ancora innamorato di lei, e soltanto adesso comincia a capire cosa ha fatto, tanto che ha bisogno di tranquillanti, che nel carcere di San Vittore gli stanno somministrando».



Intanto nella Chiesa Madre di Nicolosi, gremita di gente così come il sagrato, nel pomeriggio sono stati celebrati i funerali di Giordana Di Stefano.
Tanti fiori, in particolare rose, con due teli e le scritte «L'Angelo più bello ha il tuo nome 'Giordanà» e «Sarai la stella più luminosa della costellazione più bella». Il parroco, don Nino Nicolosi, nell'omelia ha detto che «tante volte siamo tentati di essere giustizieri», ma ha invitato a «lasciare fare questo a chi ha il compito». Al termine della funzione, le ex compagne di classe di Giordana hanno voluto ricordare la ragazza leggendo una lettera: «Grazie per la gioia che ci hai dato vivendo la tua dolce attesa in classe con noi. Ci hai fatto comprendere come sua bello il dono della vita. Grazie 'Angelò».

Ultimo aggiornamento: Domenica 11 Ottobre 2015, 11:19
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