La barista indebitata: "Equitalia mi ha tolto
anche la pensione di mia figlia disabile"

La barista indebitata: "Equitalia mi ha tolto ​anche la pensione di mia figlia disabile"
«Ho un debito di 130 mila euro con Equitalia per la gestione del mio bar, rilevato appena prima della crisi. Pagherò tutto, anche se non so come farò. Ma non toccate la pensione di invalidità di mia figlia disabile».



È questa la denuncia al Corriere della Sera di Giovanna Fornoni, 57 anni, proprietaria di un bar e ricevitoria a Redona, quartiere di Bergamo. Sua figlia Roberta, 26 anni, soffre di un grave deficit cognitivo: «Quando andava a scuola le maestre mi consigliarono di chiedere il rimborso della mensa, 120mila lire al mese, ma dovevo portare il certificato del suo handicap e mi sono sempre rifiutata, ero troppo orgogliosa». Ora, però, le cose sono cambiate con il debito che Giovanna deve ad Equitalia, perché da tre mesi le viene pignorata la pensione di invalidità di Roberta.



A Giovanna e a sua figlia sono stati tolti 2395,89 euro, poco in confronto al debito della famiglia Fornoni. Per la donna, però, è una questione di principio: «Non pagherò nulla finché lo Stato non restituirà quei soldi a Roberta, la legge non lo consente ma lo hanno fatto lo stesso. Mi hanno detto di presentare un esposto, ma so già che non succederà niente. All'Inps mi hanno detto che possono farlo, perché i soldi arrivano sul mio conto e non su quello di Roberta».



Mentre il bar di famiglia vive giornate di routine (sono tornati a frequentarlo anche alcuni diffidati della curva dell'Inter che vengono a vedere qui le partite), Roberta accoglie i clienti mentre le sue sorelle aiutano la madre dietro il bancone. Una soluzione è stata trovata, con il pagamento della pensione di invalidità alle poste. L'iter burocratico, però, è stato così lungo che intanto Roberta si è vista negare per tre volte la pensione mensile di 798,63 euro.



«Ho preso questo bar quando l'economia ancora girava, e ho speso molto per rilevarlo» - spiega Giovanna - «Abbiamo fatto tanti sacrifici, ma tra la crisi e alcuni errori anche nostri siamo precipitati. Noi pagheremo, Roberta no».



Riceviamo da EQUITALIA e pubblichiamo: "Equitalia precisa che non poteva in alcun modo sapere né che la signora avesse una figlia disabile"



In relazione alla vicenda della signora Giovanna Fornoni, Equitalia precisa che non poteva in alcun modo sapere né che la signora avesse una figlia disabile né che la sua pensione di invalidità venisse versata su un conto corrente cointestato.

La signora Fornoni, a novembre 2014, aveva ottenuto da Equitalia una rateizzazione del suo debito, di rilevante entità, nei confronti degli enti creditori. Il piano di dilazione concesso, tuttavia, è decaduto perché la signora non aveva versato alcuna rata.



In tali situazioni, Equitalia è tenuta per legge ad attivare le procedure di recupero delle somme richieste dagli enti pubblici creditori.

Proprio perché la signora aveva un conto cointestato, Equitalia, in via cautelativa, ha proceduto con un pignoramento giudiziale che demanda al giudice il compito di verificare la titolarità delle somme presenti sul conto.



L’udienza è stata fissata al 5 novembre 2015.

Equitalia contatterà comunque la signora Fornoni per trovare insieme la migliore soluzione possibile al fine di consentirle di saldare il suo debito senza intaccare la pensione della figlia.



Equitalia


Ultimo aggiornamento: Sabato 12 Settembre 2015, 09:57
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