Elena Ceste, il marito Michele arrestato
per omicidio. "Uccisa in casa" -Foto

Elena Ceste, arrestato il marito. Dal gip particolari choc
ASTI - Svolta, non del tutto inattesa, per l'omicidio di Elena Ceste, scomparsa nell'astigiano e poi ritrovata mesi dopo senza vita.



I carabinieri di Asti hanno arrestato il marito di Elena Ceste, Michele Buoninconti, per omicidio volontario e occultamento di cadavere.



DENUDATA E GETTATA NEL FIUME Subito dopo esser stata uccisa, secondo l'accusa dal marito, Elena Ceste fu «denudata» e gettata nel Rio Mersa. Lo scrive il gip di Torino nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Michele Buoninconti, sottolineando che l'uccisione l'occultamento del cadavere della donna «sono stati pressoché contestuali». «Il mancato rinvenimento di brandelli di tessuto, bottoni, fibbie - afferma infatti il giudice alla luce delle perizie effettuate - evidenzia che la persona offesa non poteva indossare alcun tipo di abito nel momento in cui il suo corpo è stato immerso nel rigagnolo». Inoltre, prosegue, al momento dell'allontanamento «la vittima non portava certamente gli occhiali, che sono stati rinvenuti nella medesima abitazione e che pure le erano indispensabili in quanto presentava un rilevante deficit visivo».







I carabinieri hanno precisato che Buoninconti è stato arrestato per omicidio volontario premeditato su ordine del gip di Asti Giacomo Marson, che ha accolto la richiesta del pm Laura Deodato. Ieri era stata depositata in Procura la perizia autoptica eseguita sul corpo della donna. Nella stesso tempo era stato effettuato, su iniziativa dei legali, un sopralluogo sul luogo in cui venne ritrovato il corpo della donna. Elena Ceste, 37 anni, scomparve da casa nel gennaio del 2014. Il suo corpo venne ritrovato 9 mesi, il 18 ottobre scorso, poco distante dalla sua abitazione.



Buoninconti, è stato arrestato dai carabinieri nella sua casa di Costigliole d'Asti. I carabinieri, alla presenza dei suoi legali, Chiara Girola e Alberto Masoero, lo hanno prelevato e portato in caserma ad Asti. L'uomo era indagato per omicidio dal 24 ottobre. Oggi l'esecuzione dell'ordine di arresto con l'accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere.



UCCISA IN CASA, MORTE VIOLENTA Elena Ceste con ogni probabilità è stata uccisa in casa, e poi portata di nascosto nel luogo in cui è stata ritrovata. Lo ha riferito ad Asti il comandante dei carabinieri di Asti, colonnello Fabio Federici. «La donna sarebbe deceduta per morte violenta nella sua abitazione. Escludiamo l'annegamento. Probabile l'asfissia» ha detto.



Federici ha riferito che questa è l'ipotesi più probabile sulle cause della morte espressa dal medico legale che ha eseguito l'esame autoptico sul cadavere. «Riteniamo che il corpo si trovasse nel rio Mersa sin dal giorno della sua scomparsa» ha precisato il colonnello Federici. Fondamentali per le indagini sono state alcune intercettazioni telefoniche nei confronti di Michele Buoninconti, accusato di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. «Il movente? Una situazione familiare con criticità e conflittualità».



NESSUNO SORPRESO IN PAESE L'arresto di Michele Buoninconti «a Costigliole d'Asti non ha sorpreso nessuno»: così il sindaco di Costigliole, Giovanni Borriero, ha commentato la svolta sul caso di Elena Ceste. In paese da tempo la gente nutriva sospetti sul marito. Anche se nessuno vuole parlarne. «Lasciamo che la giustizia porti avanti il giusto corso» ha detto Borriero, che non ha voluto aggiungere altro.



IL GIP: INDIZI CONTRO IL MARITO «Tutti gli elementi raccolti nel corso delle indagini» indicano «Michele Boninconti come l'autore delle gravissime condotte che gli vengono attribuite». Lo scrive il Gip Giacomo Marson nell'ordinanza di arresto nei confronti del marito di Elena Ceste sottolineando che ciò emerge «in maniera dirompente». «Ciò che in particolare connota il caso di specie - prosegue il giudice che ha firmato il provvedimento - è, infatti l'assoluta impossibilità di formulare ipotesi alternative rispetto all'ipotesi accusatoria», così come non è «logicamente possibile formulare differenti teorie ricostruttive dotate di una seppur minima plausibilità». Ma non solo: gli indizi nei confronti di Michele Boninconti, dice infatti il Gip «non sono soltanto numerosi, ma anche particolarmente pregnanti». Dunque, quello che «emerge in maniera dirompente - ribadisce - è che tutti gli indizi sono univocamente indirizzati nel dimostrare come unica soluzione possibile quella posta alla base della richiesta» del pubblico ministero.



CASTELLO DI MENZOGNE Michele Boninconti ha messo in piedi un «castello di menzogne» e ha posto in essere «vani tentativi di depistaggio» per allontanare da se il sospetto di aver ucciso la moglie ElenaCeste. Lo scrive il Gip di Torino sottolineando che «la condotta dell'indagato dimostra che la scomparsa ed il successivo ritrovamento del cadavere...non sono stati il frutto di accadimenti accidentali né di scelte estreme volontariamente intraprese» dalla donna, «ma sono ascrivibili ad un evento del tutto estraneo alla sua sfera di dominio».



HA CONDIZIONATO I FIGLI Michele Buoninconti, l'uomo arrestato oggi con l'accusa di avere ucciso la moglie Elena Ceste, si è comportato in modo da «condizionare i propri figli» per depistare le indagini «offrendo un modello familiare diverso dal reale». Lo scrive il gip Giacomo Marson, del tribunale di Asti, nell'ordinanza di custodia cautelare. Il giudice parla di «metodo sottilmente intimidatorio».



«Di estrema gravità - scrive il gip - anche nell'ottica di valutare la personalità dell'indagato, è il metodo sottilmente intimidatorio utilizzato per raggiungere lo scopo, suggestionando i propri figli più giovani con la paura tratteggiando uno scenario di allontanamento dalla casa e separazione dagli altri fratelli e dal padre».



LA TELEFONATA Il giudice riporta nell'ordinanza il frammento di una conversazione con i figli intercettata il 5 maggio.

Buoninconti: «Loro vogliono sentire solo questo, che tra di voi non andate d'accordo. Così uno va da una parte, uno da un'altra parte ... Vi va bene vivere così, separati? E a me, perché mamma è ... chissà dove, mi mettono ancora da un'altra parte. A casa nostra sai cosa ci fanno venire? Le zoccole, le straniere, a fottere! Perciò cercate di essere bravi tra di voi. Mi avete visto litigare con mamma?».

Figlio 1: «Sì».

Figlio 2: «E lo chiedi?»

Buoninconti: «Ehh, loro questo vogliono sentire. Se glielo dite, state tranquilli che mi mettono da un'altra parte».



L'uomo, nella ricostruzione operata dal giudice, quando ha accompagnato una delle figlie a Palazzo di Giustizia per l'interrogatorio «si è preoccupato di far sì che il suo racconto si uniformasse a quello degli altri figli maggiori».



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Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Gennaio 2015, 11:26
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