Ebola, il medico italiano ha iniziato le cure
sperimentali: "Sto bene, ditemi dei miei pazienti"

Ebola, il medico italiano ha iniziato le cure sperimentali: "Sto bene, ditemi dei miei pazienti"
ROMA - Le sue condizioni sono stabili e stamani aveva ancora la febbre ad oltre 38 gradi, ma la buona notizia è che è «autonomo, forte e cammina». Il secondo bollettino sulle condizioni del medico di Emergency affetto da Ebola e ricoverato da ieri all'Istituto Spallanzani, lasciano in qualche modo ben sperare, pur con le dovute precauzioni.



La condizione di stabilità, ha affermato il direttore scientifico dell'Istituto, Giuseppe Ippolito, è infatti «un buon segno». Il paziente zero italiano, hanno rassicurato oggi i medici che fanno parte della task force di 30 persone che lo ha in trattamento, «non presenta nuovi sintomi caratteristici della malattia, in particolare non ha segni emorragici» e «la pressione è normale». Altro segnale rassicurante è che il trattamento sperimentale cui è sottoposto «è stato ben tollerato».



Il farmaco utilizzato è stato ottenuto con una procedura speciale per l'importazione dei farmaci non registrati e la stessa procedura continuerà a garantire l'approvvigionamento del farmaco fino al completamento del ciclo terapeutico. A questo proposito, ha precisato Ippolito, «la durata del ciclo terapeutico arriverà fino a due settimane a seconda delle condizioni del paziente stesso». Per curare il paziente zero, i medici avranno comunque a disposizione tutti i farmaci al momento «possibili». Un aspetto questo fondamentale: «È stata chiesta l'autorizzazione per tutti i farmaci possibili», ha chiarito Ippolito, e proprio oggi l'Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato anche un sesto medicinale. L'aver chiesto l'autorizzazione per tutti i farmaci, spiega, «serve ad avere la disponibilità di medicinali che dovessero rendersi indispensabili», ma il fatto di aver chiesto tale autorizzazione «non significa che abbiamo fatto una scelta definitiva; al contrario, man mano modificheremo, a seconda delle condizioni del paziente, i trattamenti da effettuare».



Insomma, si stanno valutano «le migliori strategie terapeutiche» anche grazie, ha aggiunto, «al supporto dell'unità Farmaci essenziali dell'Organizzazione mondiale della sanità, che ha attivato una speciale task force di tutte le persone che al mondo hanno gestito un caso di Ebola fuori dall'Africa. Ciò, infatti, permette di avere una strategia concordata di trattamento». Quanto alle condizioni psicologiche del medico - in isolamento totale e 'collegatò all'esterno solo attraverso telefono e pc - «si sente bene, compatibilmente con lo stato febbrile, e psicologicamente è una persona forte», ha sottolineato Nicola Petrosillo, uno dei medici della task force. Ma dallo Spallanzani giungono anche rassicurazioni circa le procedure per la sicurezza: «Il personale medico-sanitario che ha in cura il medico non rappresenta un rischio per la comunità», ha detto Ippolito.



I medici e gli infermieri della task force, infatti, «sono sottoposti a rigide procedure.
Per questo, non ci sono limiti o raccomandazioni particolari, a meno di incidenti che ovviamente auspichiamo non si verifichino». Infine, una notazione critica: «È un diritto delle persone contagiate da Ebola essere rimpatriate ed è grave - ha commentato Ippolito - che alcune persone del mondo della sanità facciano dichiarazioni di segno contrario».




PARLA IL MEDICO "Allora, voi come state? E i miei pazienti? Come stanno oggi?". Sono le parole del medico siciliano di Emergency contagiato dall'Ebola e ricoverato allo Spallanzani di Roma, riferite da un amico, il primario dell'ospedale siciliano in cui lavora, e riportate oggi dai maggiori quotidiani italiani. "Mi fa male un pò la schiena. Sai, dieci ore su quella barella, prima in ambulanza, poi in aereo, non è proprio il massimo. Davvero una posizione scomoda", ha raccontato il dottore.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Novembre 2014, 20:17
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