Morì travolta da un'auto in viaggio di nozze.
La famiglia di Alice fa causa alla contea di L.A.

Alice morì travolta da un'auto in viaggio di nozze. La famiglia fa causa alla contea di Los Angeles
BOLOGNA - Uccisa da un'auto sulla Venice Beach Boardwalk lo scorso 3 agosto mentre era in viaggio di nozze. Oggi, a un anno dalla tragedia, i familiari della giovane imprenditrice bolognese Alice Gruppioni, hanno formalizzato la causa alla citt e alla contea di Los Angeles.





La causa è stata presentata alla Corte superiore di Los Angeles dal marito, Christian Casadei e dai genitori, Valerio Gruppioni e Barbara Michelini. I familiari della ragazza, dirigente dell'azienda di famiglia Sira Group a Rastignano di Pianoro (Bologna) accusano la città e la contea di aver causato la morte di Alice per via delle condizioni di pericolo a cui il pubblico viene sottoposto sul lungomare pedonale di Venice Beach. Viene accusato anche Nathan Campbell, il conducente della Dodge Avenger che investì Alice e ferì altre 16 persone, di negligenza e altri torti intenzionali. Nei confronti di Campbell è in corso anche il processo penale: l'11 agosto la Corte indicherà la data di inizio del dibattimento, la selezione della giuria è prevista la settimana del 21. Nel processo, che durerà due-tre settimane, verrà chiamato a testimoniare il marito, che rimase ferito quando l'auto piombò sulle persone e uccise la sua giovane moglie.



Nella causa civile i familiari, assistiti dall'avv. Greg Bentley dello studio SBEB LLP, sostengono che città e contea abbiano violato il codice 835 della California per la pericolosità del marciapiede e della proprietà adiacente, sottolineando che le condizioni pericolose comprendono anche la mancanza di barriere e piloni adeguati. L'avvocato Bentley a gennaio aveva inoltrato un 'claim' al Governo della California, dopo aver fatto indagini sugli incidenti e sulla sicurezza della Venice Beach Boardwalk. «La legge e le aspettative presso le agenzie governative sono chiare, la città e la contea devono proteggere le migliaia di persone che da tutto il mondo vi si riversano, e devono anche proteggerle dal possibile comportamento intenzionalmente criminoso di altri. Qui - sostiene il legale - la città e la contea sapevano che più di 15 auto circolavano sul marciapiede ogni giorno, nel periodo della disgrazia, cosa che è completamente inammissibile dal punto di vista di pubblica sicurezza. Questa tragedia avrebbe potuto non essere mai avvenuta».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 31 Luglio 2014, 09:38
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