Incendio su un traghetto italiano a Corfù:
salvate 169 persone, 22 italiani erano a bordo
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E sarà sempre l'inchiesta a chiarire se vi siano state delle carenze alle porte tagliafuoco: un'ispezione effettuata 10 giorni fa dall'organizzazione internazionale 'Paris Moù aveva evidenziato un «malfunzionamento» proprio delle strutture che devono impedire alle fiamme di propagarsi. Ma l'armatore della nave, Carlo Visentini, smentisce: «il problema c'era ma è stato subito risolto. Il traghetto era pienamente funzionante». Fatto sta che l'incendio si è propagato molto velocemente raggiungendo i ponti superiori. Il traghetto è diventato immediatamente ingovernabile e il comandante ha dichiarato l'abbandono nave. Nonostante questo da bordo sono riusciti a calare una sola scialuppa, con cui sono state messe in salvo una quarantina di persone. L'equipaggio sarebbe anche riuscito a contenere il fuoco al ponte 5, ma le altissime temperature e soprattutto il fumo denso rischiano di trasformare il traghetto in una bara d'acciaio per centinaia di persone. «Siamo sul ponte, stiamo morendo di freddo e soffochiamo per il fumo, l'incendio si sta estendendo sempre di più, i pavimenti sono bollenti e non so se ce la faremo» ha raccontato Yorgos Stiliaras, uno dei passeggeri greci a bordo. «Le scarpe si stanno fondendo e non possono portarci via - ha aggiunto un altro - il tempo è troppo brutto, c'è molto fumo e abbiamo molte difficoltà a respirare, non si vede nulla».
Il premier Matteo Renzi, rientrato a palazzo Chigi, ha sentito 2 volte il primo ministro greco Samaras e ha ricevuto il ministro degli Esteri Gentiloni. «Stiamo seguendo la vicenda - ha twittato - con il massimo coinvolgimento della nostra Marina». Sul traghetto ci sono 478 persone, di cui 422 passeggeri e 56 membri dell'equipaggio. 44 sono italiani - tra cui il comandante Argilio Giacomazzi - 54 turchi, 22 albanesi, 18 tedeschi. E poi ancora francesi, svizzeri, russi, bulgari, siriani, afghani e soprattutto greci, che sono quasi la metà di quelli che si trovano sul traghetto. E greco è l'unica vittima al momento accertata: si tratta di Georghios Doulis, un uomo che è morto mentre cercava di raggiungere una scialuppa di salvataggio. Il suo corpo è stato già recuperato e trasferito con una motovedetta a Brindisi dove sono stati portati anche i 4 feriti più gravi, due che erano a bordo della nave, un aerosoccorritore della Marina e un militare delle Capitanerie di Porto. Con gli elicotteri sono stati trasferiti in Italia anche diversi bambini e donne: assistiti dai medici e portati in ospedale, presentano sintomi di ipotermia ma nessuno di loro è in pericolo di vita.
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A rendere ancora più difficili i soccorsi, coordinati dall'Italia, anche le condizioni meteo proibitive. Per tutta la mattina il mare forza 7-8 ha alzato onde di oltre cinque metri, rendendo impossibile qualsiasi manovra di avvicinamento alla nave in fiamme. Secondo alcuni testimoni inoltre il traghetto sarebbe già inclinato e dunque sarebbe ancora più difficile riuscire a mettere in mare i mezzi di soccorso. Nel pomeriggio le condizioni sono leggermente migliorate ma il vento di 35-40 nodi e la visibilità scarsa ha costretto i soccorritori ad operare solo con gli elicotteri. I velivoli della Marina, dell'Aeronautica e della Guardia Costiera italiana, per tutto il giorno hanno così fatto la spola tra il traghetto e le navi presenti in zona: quelle italiane, quelle greche e albanesi e i mercantili dirottati in zona. L'arrivo del buio ha costretto ad un ulteriore rallentamento delle operazioni anche se nel tardo pomeriggio uno dei rimorchiatori partiti da Brindisi, dopo ore di tentativi, è finalmente riuscito ad agganciare il traghetto, che si trova a circa 13 miglia delle coste di Valona: mettendo la prua al vento sarà più facile stabilizzarlo e spingere il fumo verso poppa, in modo da rendere più rapide le operazioni di trasbordo. Ma i soccorritori sanno che è una corsa contro il tempo: le condizioni dei passeggeri e dell'equipaggio, che sono sui ponti scoperti della nave e sono allo stremo delle forze, peggiorano di ora in ora. E se non si riesce a domare l'incendio definitivamente, nessuno può esser certo che la nave resti a galla il tempo necessario per consentire di evacuare tutti.
È stato sostituito con un cavo in acciaio-nylon l'altro cavo, di solo nylon, che si era spezzato dopo l'aggancio del traghetto Norman Atlantic da parte del rimorchiatore Marietta Barretta. Lo si è appreso da fonti della Capitaneria. Il traghetto è attualmente fermo per consentire le operazioni di soccorso dei naufraghi, ma non si esclude che durante la notte si possa decidere di iniziare le operazioni di traino del traghetto con i passeggeri a bordo.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Dicembre 2014, 09:24
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