Spagna, il Toro de la Vega ucciso
dopo un'agonia di 15 minuti
di Emiliana Costa
Quest'anno però gli animalisti avevano dichiarato guerra alla “fiesta castigliana”. Da mesi l'associazione anti-corrida Pacma aveva lanciato una campagna per l'abolizione, raccogliendo 120mila firme. E la situazione si è surriscaldata. Il sindaco socialista del piccolo comune, Josè Antonio Gonzalez Poncela, inizia a ricevere minacce di morte e viene scaricato dal Psoe, che annuncia l'abolizione della “fiesta” nel caso vinca le politiche di dicembre.
La questione sale dunque alla ribalta della politica nazionale, che ormai da anni discute su un'eventuale abolizione della corrida. Con il Pp, il partito di centrodestra del premier Rajoy, per cui “la fiesta è un bene culturale nazionale” contrapposto ai partiti di sinistra, Psoe schierato contro Tordesillas e Podemos contro tutte le corride.
Alla fine, nonostante gli animalisti abbiano tentato di impedire la caccia bloccando un tratto del percorso, la “fiesta” si è svolta tra i 30mila castigliani armati di lance e gli abolizionisti. Fortunatamente il bilancio è stato solo di una quindicina di contusi. Il toro gigante però non ce l'ha fatta. È crollato tra la polvere vicino al fiume Douro. A finirlo con una stoccata, Francisco Alcalà detto “Cachobo”, un cacciatore squalificato per averlo colpito da dietro un pino.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Settembre 2015, 07:52
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