Spagna, oggi in 36 milioni al voto:
appello di Rajoy contro l'astensione

Spagna, oggi in 36 milioni al voto: appello di Rajoy contro l'astensione
MADRID - Oltre 36 milioni di spagnoli sono chiamati alle urne oggi per le elezioni legislative, definite cruciali e da molti considerate una svolta per la democrazia - finora bipartitica - nata dopo la morte del dittatore Francisco Franco.
Per la prima volta sono in lizza per la Moncloa, sede della presidenza del governo, quattro partiti: oltre ai tradizionali Pp, del premier Mariano Rajoy, e Psoe, guidato da Pedro Sanchez, sono presenti anche i due movimenti anti-casta Podemos di Pablo Iglesias e Ciudadanos di Albert Rivera.

Gli spagnoli dovranno eleggere 350 deputati e 206 dei 261 senatori (gli altri 55 sono designati dalle regioni. Il Senato in Spagna non vota la fiducia al governo). Le urne, che sono statet aperte alle nove, ora locale e italiana, chiuderanno alle 20, quando saranno diffusi i primi exit poll. Risultati reali attendibili dovrebbero essere disponibili verso mezzanotte. Il risultato definitivo ufficiale, che terrà conto anche del voto degli spagnoli all'estero, dovrebbe essere reso pubblico dopo due giorni.


L'ultimo sondaggio sugli orientamenti degli elettori, uscito ieri ad Andorra - in Spagna da lunedì sono proibiti - parla di una probabile vittoria ai punti del Partido Popular del premier Mariano Rajoy con il 26%, davanti a socialisti e Podemos, in lotta per il secondo posto sul 20%-21%, e a Ciudadanos sempre più giù al 16%. Sono dati però fragili. Può sconvolgere le previsioni l'esercito, stimato fra il 20% e il 40%, degli indecisi che fino ad oggi non sapevano chi scegliere, fra il vecchio già sperimentato, con tutti i suoi difetti, di Pp e Psoe, o il salto nell'ignoto del 'nuovo' dei giovani anti-casta di Podemos a sinistra e Ciudadanos al centro.

L'ultimo sondaggio Gesop pubblicato ieri da El Periòdic d'Andorra conferma anche l'allarme instabilità squillato negli ultimi giorni di campagna. Il Pp avrebbe 111-115 deputati su 350 (contro 186 uscenti), il Psoe 82-88, Podemos 70-74, Ciudadanos 47-51. Nessun partito toccherebbe i 176 seggi della maggioranza assoluta. E neppure nessuna delle due coalizioni coerenti ipotizzate, Pp-Ciudadanos o Psoe-Podemos. Il Pp sarebbe inoltre al di sotto della soglia di 140 seggi che secondo la stampa Rajoy ritiene necessaria per tentare un governo di minoranza. La Spagna in bilico fra 'vecchia' e 'nuova' politica potrebbe quindi svegliarsi lunedì con un forte mal di testa. E il giovane re Felipe VI - salito sul trono l'anno scorso al posto del padre Juan Carlos I - con la pesante responsabilità di inventare alchimie politiche che evitino un ritorno anticipato alle urne in un paese in fragile uscita dalla più grave crisi economica degli ultimi 50 anni. Potrebbe essere «la hora del Rey» avverte su El Mundo il costituzionalista Jorge de Esteban. Se non ci saranno rapporti di forze chiari domani sera tutti gli scenari sembrano possibili.

Il leader di Podemos Pablo Iglesias, in forte rimonta da una settimana, spera nel secondo posto per proporsi come leader di una maggioranza alternativa con il Psoe e magari l'astensione di Ciudadanos. «Da lunedi avremo molto lavoro» avverte. Il rischio di una paralisi politica apre spiragli anche attorno all'ipotsi di una 'grosse-koalition' (forse la sola che garantirà una maggioranza assoluta in parlamento) fra Pp e Psoe, ipotizzata già tempo fa, ricorda l'analista Enric Juliana, da Felipe Gonzalez.

Lo stesso Rajoy per la prima volta ha detto che se ne potrebbe parlare da lunedì. Nel comizio conclusivo a Madrid il premier ha lanciato un appello al voto utile, per impedire avventure «pericolose» per la convalescente economia spagnola. Per Rajoy l'incubo è quello di uno 'scenario portoghesè: che cioè come è successo in ottobre al capo del governo conservatore di Lisbona suo alleato nel Ppe Pedro Passos Coelho, il Pp arrivi primo alle elezioni, ma che tutti gli altri partiti si coalizzino per impedirgli di governare.

LA CANDIDA CONFUSA
È diventata intanto virale sui social in Spagna una intervista di fine campagna della giovane capolista di Ciudadanos alle politiche di domani che interrogata su perchè gli elettori dovessero votare per il suo partito dopo alcune frasi generiche si è confusa e ha confessato «non saprei come spiegarlo....».
Giovane e bella, come diverse altre candidate del partito centrista anti-casta di Albert Rivera, Virginia Salmeron era intervistata dalla Tv Canal Sur. «Ci dica perchè ritiene si debba votare per il suo partito» le ha chiesto in chiusura la conduttrice. «Speriamo che con questa opportunità ... si possa ... cambiare la Spagna e non avere...» si è confusa la giovane politica. Poi con un disarmante sorriso ha concluso «...non saprei come spiegarlo». Di recente il segretario di Podemos Pablo Iglesias in una intervista ha detto di «non sopportare più le Barbie e i Ken della politica» spagnola.

Ultimo aggiornamento: Domenica 20 Dicembre 2015, 14:22