Parigi, i due kamikaze dello Stade de France
sono arrivati in Europa con i barconi

"I kamikaze dello Stade de France arrivati in Europa coi barconi"
C'erano soltanto Mohamed Al Mahmod e Ahmad al Mohammad a bordo del barcone carico di profughi arrivato a Leros il 3 ottobre scorso o tra i migranti si nascondevano altri kamikaze, pronti ora a farsi saltare in aria in qualche altra città europea? Chi ha organizzato il viaggio di quel barcone? Chi ha fornito l'appoggio logistico ai terroristi in Turchia e, soprattutto, dopo la loro partenza dalla Grecia?



Gli investigatori francesi che stanno cercando di ricostruire tutta la filiera di complici che ha consentito ai terroristi di seminare il terrore nella notte di venerdì 13 hanno aperto ufficialmente anche il fronte investigativo che parte dall'isola greca e arriva fin nel cuore dell'Europa. Già da giorni gli apparati di sicurezza stanno passando al setaccio il viaggio dei due kamikaze che si sono fatti saltare in aria davanti allo Stade de France, appunto il 'siriano' Ahmad al Mohammad, la cui vera identità però non è quella riportata sul passaporto accanto ai suoi resti, e Mohamed al Mohmod, la cui foto segnaletica è stati diffusa ieri dalle autorità parigine. Entrambi, infatti, sono stati registrati a Leros lo scorso 3 ottobre assieme agli altri 195 migranti che erano a bordo del barcone e, una volta ottenuto il 'nuovo' documento, hanno lasciato l'isola a bordo di un traghetto di linea. Ora però l'attenzione degli investigatori si concentra anche sul resto dei passeggeri di quel barcone: le autorità francesi hanno inviato alle polizie e ai servizi d'intelligence dei paesi dell'Ue l'elenco fornito dalla Grecia con i nominativi dei 197 migranti che erano a bordo. In realtà la richiesta non riguarda tutti: dalla lista sono stati cancellati i nomi dei minori, ottenendo così 140 nominativi di uomini e donne. Ed è su questi che la Francia ha chiesto ai paesi dell' Unione, alla Grecia innanzitutto, dove potrebbero ancora trovarsi buona parte dei profughi, ma anche agli altri partner tra cui l'Italia, di concentrare le proprie attenzioni.
La priorità degli inquirenti parigini è innanzitutto di individuarli tutti e di capire esattamente dove si trovino ora, nella speranza che qualcuno non abbia già fatto perdere le proprie tracce. L'incubo degli apparati di sicurezza transalpini, condiviso con le polizie di mezza Europa, è infatti che su quel barcone non ci fossero soltanto i due kamikaze dello Stade de France ma anche altri terroristi. Complici degli attentatori entrati in azione venerdì 13 o, peggio ancora, ulteriori cellule che avevano - e che hanno - tempi e obiettivi completamente diversi da quelli di chi è saltato in aria nella capitale francese. Ecco perché, una volta rintracciati, ai 140 andrà verificata nuovamente e con maggiore attenzione l'identità, andranno individuati i loro spostamenti, almeno dal 3 ottobre ad oggi, i contatti avuti in Europa, le reti di appoggio in Turchia e nell'Ue. Per escludere con assoluta certezza che tra loro non si nasconda qualcuno pronto a seminare nuovo orrore tra le strade delle città europee.









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Posted by Leggo - Il sito ufficiale on Lunedì 23 novembre 2015




Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Novembre 2015, 22:15