Migranti, l'Ue presenta il piano in 10 punti:
"Distruggere i barconi" -Guarda

Migranti, l'Ue presenta il piano: "Distruggere i barconi"

di Valeria Arnaldi
ROMA - È nell’imperativo alla «distruzione dei barconi usati dai trafficanti» la risposta dell’Ue all’ultima strage di migranti, avvenuta sabato scorso nelle acque a nord della Libia.

















In attesa del vertice straordinario dei capi di Stato e di governo convocato per giovedì, il commissario Ue per l’Immigrazione Dimitris Avramopoulos ha presentato al Consiglio ministri Interni-Esterni un piano d’azione da «mettere in atto immediatamente», articolato in 10 punti. Tra questi, oltre a cattura e distruzione dei barconi, il “rinforzo” delle operazioni Triton-Poseidon, il raddoppio di mezzi e budget a sostegno dei Paesi più coinvolti, il rafforzamento della missione di controllo delle frontiere in Niger, più voli di ritorno nei Paesi di provenienza, ricollocazione su base volontaria e, per Italia e Grecia, lo schieramento del team Easo per l’asilo a livello europeo. «Siamo in presenza di nuovi schiavisti», ha ribadito il premier Matteo Renzi. «Servono interventi mirati per distruggere un racket criminale che è fuori al controllo in questo momento». Esclusa la possibilità di un blocco navale, ritenuto «un regalo agli scafisti», come quella di un intervento militare in Libia.



Mentre la politica appronta e discute strategie, si ricostruiscono le ultime ore – e l’orrore – dell’ultima tragedia. Sono i soccorritori a raccontare il dramma di quei corpi caduti in mare e dei superstiti trovati tra i cadaveri. «Ci siamo salvati stando aggrappati ai morti per non finire a fondo», d’cono due sopravvissuti che - pur stremati - hanno fatto di tutto per farsi notare dai gommoni. I testimoni, spiega il procuratore di Catania Giovanni Salvi, «non hanno fatto verifiche, uno ha detto che erano 950, altri 700».



Un punto è certo.
La maggior parte di loro non ha avuto possibilità di salvarsi. Secondo le testimonianze, «il peschereccio aveva tre livelli e i due inferiori, dove c'erano centinaia di migranti, sono stati chiusi prima della partenza per non farli uscire». E un nuovo naufragio si è verificato ieri, a Rodi, nel sud-est del mar Egeo. Circa duecento, secondo le prime stime, le persone a bordo: 93 sono state salvate – 30 sono ricoverate in ospedale – tre, incluso un bambino, sono morte. Le immagini della televisione locale Rodiaki mostrano la barca che, mentre si avvicinava alla spiaggia di Zephyros, a nord dell’isola, si è schiantata sulle rocce, distruggendosi all’impatto. La barca, che proveniva dalla Turchia come quasi tutti i barconi che approdano in Grecia, sarebbe stata abbandonata dagli scafisti a metà del tragitto.

Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Aprile 2015, 10:08
© RIPRODUZIONE RISERVATA