Marò, dopo tre anni Latorre e Girone
ancora in attesa di processo

Marò, dopo tre anni Latorre e Girone ​ancora in attesa di processo
Sono passati tre anni da quel 15 febbraio 2012 quando al largo della costa del Kerala, stato dell'India sud occidentale, due fucilieri della Marina Militare, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in missione di protezione della nave mercantile Enrica Lexie, convinti di trovarsi sotto attacco pirata, sparano in direzione dell'imbarcazione St. Antony uccidendo i due membri dell'equipaggio. Salvatore Girone si trova nell'ambasciata italiana a New Delhi, mentre Massimiliano Latorre, colpito da un ictus il 31 agosto 2014, è tornato in Italia per curarsi, dove si trova attualmente.





Tre anni passati tra i numerosi rinvii della Corte Suprema indiana che ancora deve emettere un capo d'accusa per i due militari italiani arrestati dopo qualche giorno dall'incidente, il 19 febbraio 2012 con l'accusa di omicidio per essere liberati il 30 maggio quando l'Alta Corte del Kerala concede ai due fucilieri la libertà su cauzione di dieci milioni di rupie (143.000 euro) stabilendo l'obbligo di firma quotidiano che impedisce loro di allontanarsi dalla zona di competenza del commissariato locale.

Ai due fucilieri viene anche ritirato il passaporto. Solo a dicembre 2012, qualche giorno prima di Natale, il governo italiano riesce a ottenere dall'Alta Corte del Kerala un permesso di due settimane per i due militari italiani che consente loro di trascorrere le festività in Italia con l'obbligo di tornare in India alla scadenza del permesso.











A garantire il loro ritorno il ministro degli Esteri italiano e l'Ambasciatore italiano in India. Girone e Latorre tornano in Italia il 22 dicembre, accolti all'aeroporto di Ciampino dal presidente del Senato, Renato Schifani e ricevuti al Quirinale dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Intanto vengono interrogati dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo.




Finite le feste, il 3 gennaio 2013, alla scadenza del permesso, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone tornano in India per rientrare ancora in Italia alla fine di febbraio quando ai due fucilieri viene dato un permesso di quattro settimane in occasione delle elezioni politiche. Questa volta, ad accoglierli a Roma, è l'allora presidente del Consiglio dei ministri italiano Mario Monti. La posizione del governo italiano, inizialmente, è quella di non rimandare i due fucilieri in India. Ad annunciarlo il ministro degli Esteri, Giulio Terzi.



Di riflesso il governo indiano limita la libertà personale dell'ambasciatore italiano in India, Daniele Mancini, impedendogli così di lasciare il paese. Quindi, la Presidenza del Consiglio dei Ministri annuncia che i fucilieri torneranno in India. Ai fucilieri viene anche concesso di risiedere presso l'ambasciata italiana e di potersi muovere liberamente in essa. L'obbligo di firma, inoltre, da giornaliero diventa settimanale. I fucilieri arrivano in India accompagnati dal sottosegretario Staffan de Mistura e prendono alloggio nell'Ambasciata italiana di Nuova Delhi. Il ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid assicura che non sarà applicata la pena di morte. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi annuncia in Parlamento le sue dimissioni irrevocabili in polemica con la decisione del governo di rimandare i marò in India.



Dopo il governo Monti, con Giulio Terzi al ministero degli Esteri, si sono succeduti altri tre ministri: Emma Bonino, Federica Mogherini e, da ultimo, Paolo Gentiloni. Anche due governi: quello Letta e l'attuale presieduto da Renzi. Il caso è ancora gestito dall'India. Massimiliano Latorre, essendo stato colpito da un malore, è tornato in Italia per una convalescenza di circa quattro mesi e dovrebbe tornare in India a breve, mentre Salvatore Girone è ancora in India.



Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha più volte ripetuto che «i nostri militari non possono essere giudicati in India, perchè questo metterebbe a repentaglio tutto lo status dei militari italiani che partecipano a missioni. Per questo noi vogliamo internazionalizzare questa vicenda». Una posizione condivisa dall'allora ministro degli Esteri, Federica Mogherini che sul caso marò ha annunciato di aver mandato un ulteriore nota verbale a New Delhi, annunciando l'avvio di un arbitrato internazionale. Il neo ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, al momento dell'insediamento ha telefonato a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, affermando che il dossier relativo ai due marò per la Farnesina è prioritario.





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Ultimo aggiornamento: Domenica 15 Febbraio 2015, 15:38
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