Isis, la denuncia di Amnesty International:
in Iraq pulizia etnica di dimensioni storiche

Isis, Amnesty denuncia: ​in Iraq pulizia etnica di dimensioni storiche
Il gruppo armato Stato islamico (Isis) ha lanciato una campagna di sistematica pulizia etnica nel nord dell'Iraq, rendendosi responsabile di crimini di guerra tra cui uccisioni sommarie e rapimenti di massa contro appartenenti a minoranze etniche e religiose: è quanto emerge da un rapporto di Amnesty International diffuso oggi e intitolato «Pulizia etnica di dimensioni storiche: lo Stato islamico prende sistematicamente di mira le minoranze del nord dell'Iraq».



L'ISIS MINACCIA L'EUROPA In Medio Oriente «l'Isis è una minaccia non solo per Iraq e Siria, ma anche per i paesi europei e per gli altri paesi Nato, come la Turchia», ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini parlando a margine dell'incontro con la Commissione Esteri del Parlamento europeo. Poi ha escluso ogni possibile dialogo dialogo politico con l'Isis aggiungendo che «va costruito un quadro regionale che risponda unito alla sfida dell'Isis».



ASSALTO AL PARLAMENTO Intanto in Iraq i familiari di soldati iracheni scomparsi dal giugno scorso in una base militare conquistata dallo Stato islamico (Isis) hanno dato l'assalto oggi al Parlamento a Baghdad per protestare contro la mancanza di notizie sui loro congiunti. Un membro del Parlamento ha detto che l'assalto ha provocato alcuni feriti. Forze speciali dell'esercito sono state inviate per circondare il Parlamento e riportare la situazione sotto controllo. Oggi l'assemblea doveva discutere di quanto avvenuto l'11 giugno scorso, quando la base Spiker, 13 chilometri a nord di Tikrit, sede dell'accademia dell'aeronautica militare, è stata conquistata dai jihadisti. Secondo voci non confermate fino a 1.700 militari potrebbero essere stati uccisi dall'Isis e immagini di esecuzioni compiute da miliziani con il volto coperto sono circolate su vari siti.
Secondo voci non confermate, una parte dei soldati potrebbe essere tenuta in ostaggio dallo Stato islamico e i familiari chiedono di avere notizie certe in proposito.




IL DOSSIER Il rapporto di Amnesty contiene una serie di «raccapriccianti testimonianze di sopravvissuti ai massacri», scrive Amnesty: «decine e decine di uomini e ragazzi della zona di Sinjar sono stati rastrellati, caricati su camion e poi massacrati in gruppo o uccisi individualmente. Centinaia, se non migliaia, di donne e bambini così come di uomini della minoranza yazida sono stati rapiti da quando lo Stato islamico ha preso il controllo dell'area».



PULIZIA ETNICA «I massacri e i rapimenti compiuti dallo Stato islamico costituiscono un'atroce prova dell'ondata di pulizia etnica contro le minoranze in corso nel nord dell'Iraq», ha detto Donatella Rovera, alta consulente per le crisi di Amnesty International, che si trova attualmente nella regione. «Nella sua brutale campagna per eliminare ogni traccia di popolazioni non arabe e non sunnite, lo Stato islamico sta portando avanti crimini orribili e ha trasformato le terre coltivate di Sinjar in campi della morte che grondano sangue», ha sottolineato Rovera. Ad agosto nella zona di Sinjar ci sono state numerose uccisioni di massa. Due delle più sanguinose hanno avuto luogo quando l'Isis ha razziato i villaggi di Qiniveh e Kocho, rispettivamente il tre e il 15 del mese. Centinaia di persone sono state uccise solo in questi due villaggi: gruppi di uomini e ragazzi, anche di soli 12 anni di età, sono stati rastrellati, portati via e uccisi.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Settembre 2014, 09:56