Venerdì è la Giornata Mondiale contro
l'infibulazione e le mutilazioni genitali femminili

Venerdì è la Giornata Mondiale contro l'infibulazione e le mutilazioni genitali femminili
ROMA - Domani,venerdì 6 febbraio, si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro l'infibulazione e le mutilazioni genitali femminili. Le Nazioni Unite hanno scelto tale giornata nel 2003 per diffondere una sempre maggiore consapevolezza su questa pratica tradizionale che a tutt’oggi viola i diritti umani di donne e bambine in tutto il mondo.

Le mutilazioni genitali femminili (MGF) infatti sono state messe al bando dalle Nazioni Unite quali violazione dei diritti umani e abuso irreversibile dell’integrità fisica di donne e bambine.
Continuano a essere praticate in oltre 28 paesi africani e in alcuni paesi asiatici. In seguito al fenomeno migratorio, il fenomeno interessa anche l’Europa dove le statistiche parlano di circa 60.000 vittime e 20.000 bambine a rischio di queste pratiche.



Di qui la necessità di affrontare il problema nella realtà italiana, con il coinvolgimento delle comunità dei migranti e l’elaborazione, insieme al personale sanitario, di strategie di tutela, prevenzione e contrasto.



Nel mondo sono 100 milioni le bambine e le ragazze che hanno subito la pratica delle mutilazioni genitali. Il 90% in Africa, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Dal 20 dicembre 2012 l'ONU, con una risoluzione approvata all'unanimità, ha dichiarato la messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili. Molte le ragazze che ogni anno vengono mutilate: circa 3milioni in Africa. In Europa, secondo il Parlamento Europeo, sono 500mila le donne che convivono con le mutilazioni genitali. Amref Health Africa - in occasione della Giornata Mondiale contro le Mutilazioni Femminili (6 febbraio) - promuove i Riti di Passaggio Alternativi, che in pochi anni hanno salvato oltre 4mila ragazze. Egitto, Sudan, Mali, Kenya, Tanzania sono questi i Paesi africani maggiormente colpiti, dove le mutilazioni genitali femminili continuano ad avere un effetto devastante sul corpo, sui diritti e sul resto della vita di troppe ragazze.



“Molti Paesi hanno formalmente proibito la pratica delle mutilazioni delle ragazze – afferma Tommy Simmons, fondatore della sezione italiana di Amref Health Africa, ritornato da poco dal Kenya - ma quando vanno ad incidere su usi e costumi tradizionali, molto radicati nell’identità stessa delle tribù, le leggi hanno un impatto molto moderato”. I



In molte comunità tale pratica viene fortemente sostenuta sia dagli uomini che dalle donne, in quanto rappresenta formalmente il passaggio alla maturità delle ragazze e si ritiene dia loro un senso di orgoglio e di piena partecipazione adulta alla loro società.
In realtà, questo rito di passaggio nell’immediato causa una ferita dolorosa ed insanabile nel corpo delle ragazze, spesso provocando altre ripetute e gravi conseguenze negli anni, con ogni gravidanza e parto, e nei fatti le rende elegibili al matrimonio ad una giovane età, creando la percezione dell’inutilità della loro educazione e della possibilità di mirare ad un futuro diverso da quello delle proprie madri. Tale pratica oltre a mutilare il corpo delle ragazze mutila anche le loro aspirazioni e la possibilità di partecipare in modo paritario e costruttivo alla crescita della loro società.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Febbraio 2015, 17:50
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