Charlie, i fratelli Kouachi uccisi nel blitz:
spari ed esplosioni alla tipografia

Charlie Hebdo, i fratelli Kouachi uccisi nel blitz della polizia
PARIGI - Due blitz praticamente a Dammartin - nella tipografia dove si erano asserragliati i due fratelli assalitori di Charlie Hebdo con un ostaggio - e nel negozio kosher di Parigi dove si era rinchiuso un terrorista con numerosi ostaggi hanno messo fine alla lunga giornata di terrore in Francia.

I due fratelli Kouachi sono stati uccisi dalle forze speciali, così come il killer asserragliato nel negozio kosher di Parigi, Amedy Coulibaly. Gli ostaggi, tra cui un bimbo, sono stati liberati. Sembrava fossero sei ma nel negozio c'erano evidentemente altri avventori - alcuni dicono 15 - dei quali nessuno aveva notizia. E tra loro ci sono vittime - quattro, come confermato dal presidente Hollande - e altrettanti feriti gravi. Alcuni fonti, inoltre, riferiscono che Coulibaly avrebbe fatto fuoco sui sequestrati subito al suo ingresso nel negozio. Ed è giallo sulla sorte della complice del sequestratore, la 26enne Hayat Boumeddiene. Inizialmente si è detto che era riuscita a fuggire, confusa tra gli ostaggi. Fonti di Le Monde invece smentiscono: non era proprio presente nel negozio.



Dalle prime notizie su Dammartin sembra che i fratelli Kouachi siano usciti dalla tipografia, nella quale si erano asserragliati , sparando all'impazzata contro le forze di polizia dopo che queste - probabilmente - avevano iniziato a lanciare bombe e lacrimogeni nel locale. Salvo l'ostaggio del quale - a quanto hanno ricostruito i primi soccorritori - i due killer potrebbero anche non essersi accorti perché si era probabilmente nascosto in uno scatolone o in una botola. Tra le forze speciali si segnala solo un ferito lieve, mentre sarebbero quattro gli agenti rimasti feriti nell'irruzione nel negozio di Parigi.



I FRATELLI NON SAPEVANO DI AVERE UN OSTAGGIO L'uomo prigioniero nell'edificio dove erano i fratelli Kaouchi a Dammartin-en-Goele non era un ostaggio perchè i terroristi non si sono mai accorti della sua presenza. Lo rivelano gli inviati sul posto di BFM-TV. Era nascosto in uno scatolone ed ha avvertito la polizia con cellulare.



IL TESTIMONE «Ho sentito due detonazioni. All'inizio ho pensato che fosse una moto, poi ho visto la Gendarmerie che invitava la gente a rientrare nelle proprie case e tutti hanno cercato un rifugio. In molti sono andati alla scuola media, qui vicino, perchè il liceo era chiuso», così Geoffrey Denis, un osteopata che abita a circa un chilometro da dove si stanno svolgendo le operazioni per la cattura dei due fratelli Kouachi.



«All'inizio ho avuto paura. Ho pensato a mia figlia di cinque anni che avevo appena accompagnato a scuola, alla Petit Prince. Poi sono arrivati a centinaia delle forze di sicurezza e mi sono sentito rassicurato», aggiunge Geoffrey.




"VOGLIAMO MORIRE DA MARTIRI" I fratelli Kouachi secondo i media francesi non avrebbero alcuna intenzione di arrendersi e avrebbero detto di "voler morire da martiri".



KOUACHI A UN FATTORINO: "NOI NON UCCIDIAMO I CIVILI" Uno dei fratelli Kouachi, incrociando stamani un fattorino di Dammartin nella stamperia dove si è asserragliato, ha detto «se ne vada, noi non uccidiamo i civili». È stata la radio France Info a raccogliere la testimonianza di un commerciante, Didier, che era andato per lavoro davanti al deposito della tipografia in cui si sono asserragliati i Kouachi.



«Quando sono arrivato - ha detto il testimone - il mio cliente è uscito con una persona armata che si è presentato come della polizia. Il mio cliente mi ha detto di andarmene, quindi me ne sono andato. La persona che aveva detto di essere della polizia mi ha detto: 'se ne vada, in ogni caso non uccidiamo i civilì. È una cosa che mi ha colpito molto e ho deciso di chiamare la polizia».




I KILLER DI MONTRAUGE E CHARLIE HEBDO SI CONOSCONO L'autore della sparatoria di ieri a Montrouge, periferia sud di Parigi, conosceva i fratelli Kouachi, gli assalitori di Charlie Hebdo. Lo rivela la tv France 2, citando fonti dell'intelligence transalpina. Secondo il sito di 20 Minutes, gli uomini erano «in contatto». La notizia, riferisce Bfm Tv, è stata confermata da fonti vicine alla procura antiterrorismo di Parigi, che segue entrambi i casi, e nei prossimi giorni intende verificare l'origine e la natura di questi contatti.



"SIAMO DI AL QAEDA NELLO YEMEN" «Sei i media t'interrogheranno, tu dirai: è al Qaeda nello Yemen». Così ha raccontato a Europe 1 l'uomo a cui stamattina è stata rubata l'auto dai due fratelli Kouachi. La stessa affermazione era stata già fatta dai due fratelli il giorno dell'assalto a Charlie Hebdo. L'uomo ha riferito che uno dei due sospetti lo ha minacciato con un kalashnikov attraverso il finestrino, che era aperto, dicendogli di aver bisogno della sua auto. Poi è arrivato l'altro, che è salito al posto del passeggero con un 'arma che sembrava un lanciagranate.



Il proprietario dell'auto ha avuto il riflesso di prendersi il cane, che era sul sedile posteriore, prima di scappare via. Ha descritto i due Koauchi come «molto calmi, molto determinati, molto professionali, come membri di un commando». «Non correvano, non hanno alzato la voce, non sudavano», ha aggiunto.



HOLLANDE AL MINISTERO A PIEDI Il presidente francese Francois Hollande, intanto, si è recato a piedi dall'Eliseo al vicino ministero dell'Interno per seguire da vicino le trattative, ma anche per dimostrare al Paese che lo Stato non ha paura in queste ore drammatiche. «L'epilogo è vicino», ha detto il prefetto di polizia di Parigi, riferendosi alla vasta operazione di polizia in corso a Dammartin-en-Goele.
E per Parigi è una lotta contro il tempo: si sta facendo tutto il possibile per prendere vivi i due terroristi ed evitare che muoiano da martiri.




LA DIRETTA:







La Francia ha mobilitato oltre 88.000 uomini per rispondere all'emergenza e durante la notte per le ricerche sono stati mobilitati tra l'altro cinque elicotteri. Le unità di èlite della polizia e della gendarmeria (Raid e GIGN) hanno passato al setaccio la Piccardia, dove - come a Parigi - è stato decretato il massimo livello di allerta antiterrorismo. Armati, con casco e uniforme nera, gli uomini hanno pattugliato strade, controllando veicoli, perlustrando giardini, case, condomini, villaggi, fino ad arrivare alla stamperia.



A Washington intanto, responsabili Usa hanno rilevato che i due presunti killer di 32 e 34 anni - Chèrif e Said Kouachi - erano iscritti da anni nella 'lista nera' americana del terrorismo. Il più grande avrebbe anche effettuato un viaggio in Yemen per addestrarsi all'uso delle armi.





















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Ultimo aggiornamento: Sabato 10 Gennaio 2015, 09:40