Il cane che si unisce ad un team di atleti
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Il cane che si unisce ad un team di atleti e corre per 700 chilometri

di Federica Macagnone
Esausto, coperto di fango e disperatamente affamato, il batuffolo di pelo beige si è seduto accanto al team di atleti svedesi che si preparavano a mangiare.



Loro, quattro ragazzi che stavano partecipando alla Adventure Racing World Championship, non sapevano ancora che quel cane sarebbe diventato la loro ombra.







E lui, Arthur, abbandonato e solo, non sapeva ancora che in quelle persone avrebbe trovato la sua nuova famiglia e che avrebbe dovuto percorrere 700 chilometri nella speranza di una vita migliore.



I quattro atleti stavano partecipando al Campionato del mondo di Adventure Racing, una forma di sport estremo che unisce tappe di escursionismo, trekking, mountain bike e kayak spalmate su diversi giorni. Quest'anno teatro della competizione è stato l'Ecuador, con tappe che hanno coperto tre diverse regioni geografiche: le Ande, il Pacifico e la foresta pluviale amazzonica.



Prima di affrontare un pericoloso percorso di 30 chilometri di trekking, il gruppo si era fermato per avere un po' di ristoro e pranzare. Ed è stato proprio mentre aprivano un vasetto di carne in scatola che Mikael Lindnord ha notato un cane randagio infelice e trasandato che lo fissava con la coda dell'occhio.



Mosso dalla compassione, ha dato al cucciolo una polpetta. Da quel momento sarebbero diventati inseparabili. Quando la squadra si è messa in moto l'animale ha iniziato a seguirla: e così ha fatto per i restanti 700 chilometri della competizione. Ogni estenuante compito che il team si è trovato davanti, Arthur lo ha affrontato senza fare una piega: ha nuotato, scalato durante le escursioni e immerso le zampe nel fango durante le tappe di trekking. Anche quando la squadra ha cercato di sbarazzarsi del nuovo membro del gruppo, spinta da preoccupazioni per la sicurezza dell'animale, lui si è rifiutato di lasciarli andare: prima di un tragitto di 60 chilometri in kayak gli organizzatori hanno avvertito la squadra che Arthur poneva a rischio la sua e la loro sicurezza.

Hanno cercato di partire senza di lui, ma è stato inutile: si è tuffato in acqua e ha iniziato disperatamente a muovere le zampe per raggiungerli. Lindord, con il cuore spezzato dal gesto lo ha preso, lo messo nel kayak e lo ha portato con sé.



Dopo sei giorni la squadra ha concluso la gara ma il cane sembrava provato. Lo hanno portato da un veterinario e, mentre aspettavano di avere notizie sulla sua salute, Lindord ha iniziato a pensare che, dopo quella esperienza, non potevano lasciare Arthur: così ha deciso di adottarlo e si è rivolto al Jordbruksverket (il Consiglio svedese dell'Agricoltura) per avere il via libera e portare il cane in patria.



Adesso è arrivato l'ok dalla Svezia. Manca un ultimo foglio di via e Arthur potrà imbarcarsi e volare nel suo nuovo Paese. Ci sono voluti 700 chilometri di sforzi per aspirare a una nuova vita. Si è aggrappato all'ultima speranza che aveva. E ha vinto.
Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Novembre 2014, 09:29