Altro che sogni e opportunità, in Australia
è più facile non farcela: ecco perché

Altro che sogni e opportunità, in Australia ​è più facile non farcela: ecco perché
La difficile situazione economica italiana costringe sempre pi giovani, con o senza i migliori titoli di studio, a lasciare il Belpaese. Germania e Inghilterra sono le mete pi frequenti, ma da qualche anno c' anche una nuova, presunta 'terra promessa': l'Australia.



I dati sono innegabili: sempre più giovani italiani chiedono e ottengono la working holiday visa, il visto che permette di lavorare durante il soggiorno nel paese dei koala e dei canguri. Il problema, in questo caso, è alla radice: un visto del genere è stato pensato esclusivamente per mantenersi durante un breve soggiorno, non per permettere ai nuovi immigrati di stabilirsi in maniera fissa in Australia.



Sono tante le storie di chi non ce l'ha fatta, e per i motivi più diversi. C'è chi ad esempio pensava di poter imparare l'inglese lavorando, quando invece per ogni professione è richiesta una conoscenza di base della lingua a priori. O chi non si è visto riconoscere come validi i propri titoli di studio ed ha dovuto accontentarsi di professioni più 'umili' rispetto a quelle ambite. O, ancora, chi ha scoperto solo una volta giunto in Australia che la legge non consentiva di essere impiegati per più di sei mesi in un determinato posto di lavoro. E siccome tutto il mondo è paese, chi vuole lavorare più tempo in un determinato ambiente può tranquillamente scendere a patti con il proprio datore di lavoro, ovviamente pagando il dazio del lavoro in nero, del precariato e di salari nettamente inferiori rispetto a quello minimo nazionale.



Paradossalmente, in Australia conviene svolgere lavori poco qualificati e meno graditi agli abitanti dell'isola: miniere, aziende agricole e imprese edili sono quelle che richiedono più manodopera. E la disoccupazione giovanile sta aumentando anche qui, per questo il governo da anni scoraggia i potenziali immigrati stilando una lista delle professioni più richieste, che non sempre sono quelle più qualificate. Si cercano soprattutto manovali, e per di più con il requisito dell'esperienza lavorativa di almeno due anni ed un alto livello di conoscenza dell'inglese. La terra promessa, se esiste, non è l'Australia, a meno che non si voglia semplicemente mantenersi durante il breve soggiorno e magari racimolare qualche piccolo extra da riportare a casa al termine della scadenza del permesso.



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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Settembre 2014, 12:31
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