Inferno a Tunisi, 24 vittime al museo Bardo.
"4 italiani morti, 6 feriti e una dispersa" -Foto

Tunisi, 24 vittime. "4 italiani morti, 6 feriti e una dispersa" -Twitter
TUNISI - Strage terroristica con vittime italiane in Tunisia, Paese che sembrava avviato sulla strada della normalità democratica dopo le elezioni presidenziali e politiche. Cinque uomini armati travestiti da militari hanno assaltato il celebre museo del Bardo, nel cuore di Tunisi, accanto al Parlamento, che forse era il loro obiettivo originario, dal quale sarebbero stati respinti.







4 MORTI E 5 FERITI LIEVI Fonti qualificate dell'ambasciata italiana a Tunisi hanno riferito all'ANSA che sono quattro gli italiani morti nell'attacco di oggi, mentre sarebbero cinque i feriti lievi. Le informazioni sono arrivate dalle autorità tunisine.



Il bilancio tuttavia «è ancora provvisorio» perché è in corso il riconoscimento delle vittime e le autorità tunisine non hanno ancora comunicato le generalità di tutti i morti. Alcuni di essi sarebbero stati riconosciuti dai familiari direttamente sul luogo dell'attentato. Le vittime sarebbero tutti crocieristi della Costa Fascinosa.



UN NOVARESE TRA LE VITTIME Non ce l'ha fatta Francesco Caldara, il pensionato novarese ferito nell'attentato di Tunisi. È lui uno dei tre italiani morti. «Ci ha appena telefonato il ministero dell'Interno - dice all'ANSA la nipote, Milena - per comunicarci che mio zio è morto». La moglie, Sonia Reddi, è stata operata ed è sedata, ma non è in pericolo di vita. La coppia era in viaggio per festeggiare il compleanno della donna. Sarebbero stati colpiti mentre si trovavano in pullman, nella zona del museo del Bardo dove è avvenuto l'attentato. Era stata la compagna, per prima, a chiamare a Novara la sorella, Wanda, avvertendola di quanto era successo.



FASSINO: "DISPERSA UNA DIPENDENTE COMUNALE" «Antonella Sesino risulta dispersa». Lo ha confermato il sindaco di Torino, Piero Fassino, intervistato da Matrix (Canale 5). La donna è una delle dipendenti comunali sequestrate al museo del Bardo di cui non si hanno notizie. Il sindaco ha incontrato nel pomeriggio i suoi familiari. «Carolina Bottari è stata operata a Tunisi e l'esito dell'intervento è positivo, non è in pericolo di vita. Anche Anna Abagnale è ferita ed in cura, mentre Antonella Sesino risulta dispersa», ha detto Fassino, riferendosi al gruppo di dipendenti del Comune di Torino rimasto coinvolto nell'attacco al Museo del Bardo. «Ho parlato con la Farnesina poco fa - ha aggiunto Fassino - e domani alcuni funzionari del ministero saranno a Tunisi per fare accertamenti in tutti luoghi dove i feriti possono essere stati ricoverati. L'Unità di crisi e l'ambasciata italiana stanno facendo un lavoro straordinario, ma il governo tunisino fino ad ora nessuna notizia ufficiale del numero definitivo di vittime e feriti e l'elenco è frutto di ricostruzioni fatte, siamo in una situazione ancora molto complicata». Il Comune di Torino ha intanto confermato la morte di Orazio Conte, marito della dipendente Carolina Bottari.



LA COSTA FASCINOSA RIPARTE SENZA 13 PASSEGGERI Costa Crociere conferma nella sua pagina Facebook che la nave Fascinosa ha lasciato il porto di Tunisi all'1,55 di questa notte. Al momento della partenza il comandante ha informato che il numero dei passeggeri che non hanno fatto ritorno alla nave e' sceso a 13. Dodici persone della Costa Care team e due dirigenti della sede centrale, viene detto, sono gia' operativi a Tunisi «per rimanere in contatto con le autorita' locali per assicurare l'assistenza necessaria. Altre tre perone del Costa Care team arriveranno a Tunisi stamattina» Costa Crociere ribadisce di essere «in stretto contatto con il ministro degli Affari Esteri, le autorita' locali di sicurezza, il comandante di Costa Fascinosa, e l'agente portuale locale per monitorare la situazione e seguire la sua evoluzione». La societa' armatoriale «esprime la propria vicinanza a tutte le persone coinvolte nei tragici eventi e alle loro famiglie».



LA SPARATORIA C'è stata una sparatoria, un assedio con decine di turisti presi in ostaggio - drammatiche le immagini di ragazzi e bambini seduti a terra nel museo twittate dagli stessi ostaggi - e poi si è consumata la strage: 24 i morti, secondo l'ultimo bilancio, e almeno una cinquantina di feriti. La Farnesina, in serata, ha confermato che tre italiani sono stati uccisi, e altri sei feriti, mentre fonti delle autorità tunisine hanno parlato di quattro italiani morti.



Un blitz delle forze antiterrorismo tunisine ha messo fine dopo un paio d'ore all'assedio, con le immagini rimandate da tutte le tv degli ostaggi che fuggivano terrorizzati e protetti dalle unità speciali. L'Isis ha espresso il suo plauso per l'attacco, ma non una piena rivendicazione. Due degli attentatori, entrambi di nazionalità tunisina, sono morti, ha riferito il governo di Tunisi, mentre tre membri del commando sarebbero riusciti a fuggire. In serata due sospetti sono stati arrestati. Gli altri morti sono due tunisini, tra cui un agente di polizia, e, oltre agli italiani, polacchi, tedeschi e spagnoli.



Se si esclude un fallito attacco suicida a Sousse nel 2013, era dal 2002, quando un attentato alla sinagoga di Djerba fece 19 morti, che i terroristi non sparavano 'nel mucchio' in Tunisia, colpendo anche nei momenti di massima tensione quasi esclusivamente politici, poliziotti, militari. Gran parte degli italiani coinvolti erano membri di un gruppo appena sbarcato da una nave della Costa crociere. Secondo fonti diplomatiche italiane, una connazionale è stata operata per una ferita alla gamba all'ospedale Charles Nicolle, dove è stata trasportata la maggior parte dei feriti. Due ebrei romani sono riusciti a fuggire dal museo prima che i terroristi prendessero gli ostaggi.



Al momento dell'attacco, nel luogo della sparatoria erano in circolazione tre bus turistici con i partecipanti alla crociera sulla nave Costa Fascinosa. Tra loro, un gruppo di dipendenti del Comune di Torino. «L'Italia non si farà intimidire», ha assicurato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha parlato di «inaudita violenza». Mentre il premier Matteo Renzi ha espresso vicinanza al governo ed alle autorità tunisine.



Poco dopo la fine del blitz, è apparso in tv il premier tunisino Habib Essid: «Questa sarà una guerra lunga - ha affermato - dobbiamo mobilitarci a ogni livello, tutti insieme, tutte le appartenenze politiche e sociali per lottare contro il terrorismo. Serve unità nella difesa del nostro paese che è in pericolo». Essid ha ricordato che le operazioni antiterrorismo tunisine hanno portato da inizio febbraio all'arresto di circa 400 presunti terroristi. E proprio oggi era in discussione al parlamento una nuova legge antiterrorismo che da un anno avanza lentamente in aula, causa le critiche di opposizioni e ong sulla limitazione delle libertà individuali, giudicata eccessiva.



Proprio in seguito alla strage in sinagoga del 2002, nel 2003 il governo di Ben Alì aveva varato una dura legge contro il terrorismo, che quella attualmente al Parlamento dovrebbe sostituire. La strage potrebbe dar ragione a quanti in questi mesi hanno sottolineato il pericolo di un contagio della vicina crisi libica: con un confine di 500 km di deserto impossibile da blindare, gli estremisti legati allo Stato Islamico non avrebbero grandi problemi a portare la jihad in Tunisia.



E la pista interna - rafforzata dalla nazionalità dei due terroristi uccisi - potrebbe non essere in contrasto con quella internazionale: la Tunisia, nonostante le piccole dimensioni, è uno dei maggiori 'fornitori' di combattenti stranieri dell'Isis sul fronte siriano ed iracheno, 3.000 secondo alcune indagini. E uno degli attentatori, scomparso tre mesi fa, aveva chiamato i genitori proprio con una sim irachena.



DIRETTA TWITTER









L'INCUBO PER GLI ITALIANI IN CROCIERA Doveva essere una vacanza «nel blu dipinto di blu». Al circolo ricreativo dei dipendenti del Comune di Torino era stata battezzata così la crociera nel Mediterraneo con la Costa Fascinosa. Una vacanza da trascorrere con parenti e amici, che per i 31 dipendenti comunali - il gruppo più numeroso tra i circa cento crocieristi italiani - si è però trasformata nel peggiore degli incubi. «Stanno sparando a tutti, vi prego aiutateci», l'allarme lanciato al telefono da Carolina Bottari, una dei sei torinesi presi in ostaggio. Poi il nulla, con l'angoscia per la sorte degli italiani - «si temono 2 o 3 vittime», dice Sergio Chiamparino - che aumenta con il passare delle ore.



La grande paura a Tunisi, dove la nave partita domenica da Savona è attraccata questa mattina dopo le tappe di Civitavecchia e Palermo. «Eravamo contenti, molti di noi non avevano mai visto la città», racconta al telefono Celestino Sereno, il vicepresidente del circolo torinese. «Come spesso accade in queste circostanze - prosegue - si formano i gruppetti, ci si divide: c'è chi, come me, ha fatto un giro della città in taxi, chi è andato a fare shopping al Suk e chi ha preferito l'arte e la cultura ed è andata al museo del Bardo». Ed è proprio nelle sale che ospita la più grande collezione mondiale di mosaici romani che, all'ora di pranzo, scoppia l'inferno. «Aiuto, sparano. Sparano a tutti», sono le uniche parole che riesce a pronunciare al telefono Carolina Bottari.



Con lei i terroristi prendono in ostaggio altri cinque torinesi. Sono il marito Orazio, informatico, e tre colleghe dell'Ufficio Patrimonio del Comune di Torino, Anna Bagnale, Antonella Sesino e Antonietta Santoro, una delle quali accompagnata dal marito. Ma al museo ci sono anche cuneesi, novaresi - due coniugi feriti in modo lieve - una biellese. E poi marchigiani, molisani, grossetani, veneti, ravennati e molti altri italiani ancora.



Chi non si trova lì viene fatto subito rientrare sulla nave, nel porto blindato dalle forze dell'ordine. Come Nicola Previati, 34 anni: «Ero appena arrivato in centro, con un taxi, quando mi ha telefonato mia mamma. Mi ha detto 'Scappa, scappa da lì, c'è un attentato», racconta. Per gli altri, invece, bisogna aspettare il blitz delle forze speciali, che libera gli ostaggi ma non mette fine alla paura.



L'ultimo bilancio fornito dalle autorità tunisine è di almeno 24 morti e 50 feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni e divisi nei vari ospedali della città. «Non esiste ancora un elenco ufficiale di vittime e feriti», rimarca il sindaco di Torino, Piero Fassino, in costante contatto con la Farnesina e con l'ambasciata italiana a Tunisi. «Circola voce che ci sia una vittima torinese - precisa - ma non ho avuto conferme». Il timore è che «ci siano 2-3 vittime tra gli italiani», dice il presidente della Regione Piemonte, e della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, che in serata parla al telefono con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.



​«L'ultima volta che la Farnesina ci ha contattato è stato un'ora fa. Al momento non sappiamo nulla...», dice Marco Conte, 26 anni, nella sua casa torinese di via Pianezza, nel popolare quartiere Lucento. È il figlio di Carolina Bottari e Orazio Conte. «Ci hanno detto che dei sei ostaggi torinesi due stanno bene e sono riusciti a mettersi in contatto con l'Italia - spiega - ma dei miei genitori nulla...». Il terrore corre sul filo del telefono: «Ogni chiamata speriamo sia quella giusta, che ci annuncia che stanno bene. Ma fino ad ora non è arrivata...».



I COMMENTI SU LEGGO FACEBOOK







Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Marzo 2015, 09:35
© RIPRODUZIONE RISERVATA