Al Qaida all'Isis: "Uniamoci contro gli Usa".
Il Pentagono: colpiremo i loro santuari in Siria

Al Qaida, appello all'Isis: "Uniamoci contro gli americani". Il Pentagono: colpiremo i santuari dei terroristi in Siria

di Valeria Arnaldi
ROMA - Fate del vostro rifiuto della miscredenza un fattore di unit. Alleanza del terrore tra Al Qaeda e Isis. I rami maghrebino - Aqim - e quella della penisola arabica – Aqap - di Al Qaeda, ieri, hanno lanciato un appello ai fratelli mujaheddin in Iraq e nel Levante a unirsi contro la campagna dell’America e della sua coalizione diabolica. L’intenzione chiara: superare, almeno temporaneamente, le divergenze tra le due organizzazioni per respingere il nemico comune.





Una proposta senza precedenti. Fino a oggi, infatti, Al Qaeda aveva preso le distanze dall’Isis, lanciando quattro giorni dopo il rapimento, perfino un appello per la liberazione dell’ostaggio britannico, Alan Henning, perché «solo un volontario innocente». E l’Isis combatteva contro Al Nusra, ramo siriano di Al Qaeda, che nell’ultimo anno aveva tentato di resistere all’espansione dello Stato islamico. Una risposta dura. Al primo duro attacco. Ieri, infatti, per la prima volta dall’inizio dell’offensiva anti-terrorismo in Iraq, l’esercito americano ha attaccato posizioni dello Stato islamico vicino a Baghdad, con due raid aerei nel sud-ovest della capitale irachena – dove sarebbe stata colpita una postazione Isis, non meglio specificata - e vicino al monte Sinjar, nel nord-ovest. Ancora difficile calcolare i danni materiali di questo intervento. Immediato e chiaro, invece, l’effetto politico. L’appello è stato esteso pure all’opposizione moderata siriana, sostenuta dagli Usa, perché non diventi una pedina, e alle tribù sunnite di Iraq e Siria. Intanto, Chuck Hagel, capo del Pentagono, in un’audizione davanti al Senato americano, ha promesso «di colpire i santuari dell’Isis in Siria».

E il capo delle forze armate Usa, Martin Dempsey, ha addirittura affermato che gli Stati Uniti sono pronti a «estendere il ruolo dei consiglieri militari inviati in Iraq».



Sostegno arriva dal ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond che, dopo aver ammesso di non sapere dove si trovi l’altro ostaggio in mano ai combattenti e dunque di non poter inviare truppe speciali alla sua ricerca, ha ribadito il «ruolo primario» del Regno Unito nella lotta contro l’Isis. «Stiamo lavorando su due livelli – ha dichiarato –. Uno è quello della protezione dell’individuo. L’altro è quello dell’abbattimento dello Stato islamico». L’Onu intanto lancia l’allarme infanzia: «I terroristi dell’Isis in Siria espongono deliberatamente i bambini alla violenza e cercano di indottrinarli». E la minaccia si diffonde. Fuori dalla coalizione anti-Isis se non per interventi umanitari, la Turchia è diventata terra di reclutamento: sarebbero fino a mille i turchi unitisi ai miliziani.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Settembre 2014, 09:59
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