Contratto a tutele crescenti. "Se licenziati,
due mensilità per ogni anno lavorato"

Neoassunti, cos’è il contratto a tutele crescenti. “Se licenziati, indennizzo di due mensilità per ogni anno lavorato”

di Alessandra Severini
ROMA - Il contratto a tutele crescenti come forma di assunzione prioritaria. E' questo uno dei punti fondanti del Jobs Act, un punto che il governo tiene a sottolineare per dire che la riforma del lavoro darà tutele a chi fino ad oggi non ne ha avute. Ma quali e quante tutele? La risposta esatta si avrà solo con i decreti delegati che dovrebbero arrivare entro fine dicembre. Il contratto a tutele crescenti, in pratica, vorrebbe diventare nelle intenzioni dell'esecutivo la nuova forma di contratto a tempo indeterminato al posto della bolgia dei contratti a progetto, co.co.co, a chiamata, ad intermittenza ecc...Le imprese dovrebbero essere stimolate a sceglierlo grazie agli sgravi fiscali sul costo del lavoro previsti per i primi tre anni dall'assunzione.







Per i neo assunti con questa tipologia non varrà l'articolo 18, quindi il lavoratore non avrà diritto al reintegro nel caso di licenziamento ingiustificato (a meno che non sia discriminatorio o uno dei rari casi di licenziamento disciplinare che saranno individuati nei decreti delegati). Al posto del reintegro il lavoratore avrà diritto ad un indennizzo che cresce con il crescere dell'anzianità lavorativa. L'esecutivo sta pensando ad un'indennità pari a 1,5 o 2 stipendi per ogni anno di lavoro. Se perciò un lavoratore neo assunto con contratto a tutele crescenti e con stipendio da 1.200 euro al mese dovesse lavorare per due anni, potrà poi essere licenziato liberamente dall'azienda dietro il versamento di un'indennità di poco più di 3.000 euro, nel migliore dei casi di quasi 5mila euro. Potrebbe comunque essere fissato un tetto massimo di 24 mensilità. Si tratta inoltre di capire se questo contratto a tutele crescenti avrà una soglia al di là del quale si trasformerà come un novello Brutto anatroccolo in un contratto a tempo indeterminato a tutti gli effetti.



Certo, il lavoratore neo assunto avrà diritto a ferie, malattia, maternità e accesso all'indennità di disoccupazione. Tutti diritti finora esclusi per le migliaia di precari con contratti di collaborazione o finte partite Iva. Questi diritti però sono già riconosciuti ai lavoratori con contratti a tempo determinato.

Tutto questo inoltre riguarda le nuove assunzioni dal 2015. Per i 'vecchi' contratti a tempo indeterminato continuerà a valere il vecchio articolo 18 e ciò creerà probabilmente l'ennesima disparità nel mercato del lavoro.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Dicembre 2014, 16:04
© RIPRODUZIONE RISERVATA