Grecia, Tsipras tratta ma Merkel dice no.
Renzi: "Un errore il referendum di Atene"

Grecia, Tsipras tratta ma Merkel dice no. Renzi: "Un errore il referendum di Atene"

di Alessandra Severini
La Ue dice no ad Atene. I creditori rimandano al mittente le nuove proposte di Alexis Tsipras e fermano le trattative in attesa dell’esito del referendum di domenica prossima.





Come già detto chiaramente dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, solo con la vittoria del sì sarà possibile riprendere i negoziati. Una linea che alla fine è stata condivisa da tutti i paesi dell’Unione, nonostante il governo greco avesse dato la disponibilità a cancellare la consultazione del 5 luglio in caso di accordo. Tsipras aveva accettato gran parte delle proposte dei creditori, aveva aperto alle liberalizzazioni e alla revisione dell’Iva agevolata sulle isole. Sulle pensioni però chiedeva di tornare alla riforma del 2010 e sul lavoro si era riservato di intervenire in autunno. Impegni troppo vaghi per «costituire una base per parlare di misure serie» ha detto il “falco” Scheuble, ministro delle Finanze tedesco.



In un amareggiato discorso alla nazione, pronunciato a reti unificate, Tsipras ha confermato il referendum, chiedendo ai greci di votare no, sottolineando che «un voto negativo non significherebbe dire no all’Europa, ma tornare a un’Europa di valori. Significa - ha aggiunto - pressione vera per avere un accordo socialmente sostenibile, che non assegni il peso della crisi solo ai pensionati e ai salariati». Il premier greco fa appello all’orgoglio del paese: «I creditori - ha detto Tsipras - ci stanno ricattando per spingerci a un voto positivo nel referendum di domenica. Ci dicono: o accettate le proposte dei creditori o avrete difficoltà».



Ora il Paese attende l’esito del referendum, mentre migliaia di pensionati non in possesso di bancomat o carte di credito hanno affollato le poche banche aperte per il solo pagamento in contanti delle pensioni. L’irremovibile posizione della Germania sembra sostenuta da tutti i paesi dell’Unione. Il presidente francese Hollande ha auspicato un accordo prima di domenica, ma il suo tentativo di mediazione è fallito.



Anche l’Italia ha sposato la linea tedesca. In un incontro con la Merkel a Berlino, Renzi ha definito la scelta del referendum «un errore». Incassati i complimenti della cancelliera per un «programma di riforme, attuato con un ritmo impressionante», il premier italiano ha mostrato una severità “teutonica” nei confronti della questione greca: «Quello che è importante finché si sta in una casa comune, è stare dentro le regole condivise».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 2 Luglio 2015, 09:01
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