Palazzo Chigi, niente canone Rai in bolletta:
"Tempi tecnici troppo stretti" - leggi

Palazzo Chigi, niente canone Rai in bolletta: "Tempi tecnici troppo stretti" - leggi

di Alessandra Severini
ROMA - Passa la riforma del lavoro alla Camera, con 316 voti a favore. Non c’è bisogno della fiducia, ma in realtà i numeri sono risicati, appena un voto sopra la maggioranza assoluta. Pesa soprattutto la dissidenza interna nel Pd: nonostante i tentativi di mediazione, in 29 firmano un documento contro il ddl. Al momento del voto però la minoranza va un po’ in ordine sparso: 34 deputati della sinistra dem escono dall'aula insieme alle opposizioni. I civatiani addirittura votano no (2) o si astengono (2) perchè non hanno considerato soddisfacenti le modifiche al testo.





Ora il testo torna al Senato dove il premier conta di ottenere il sì definitivo entro i primi di dicembre. «Adesso avanti sulle riforme. Questa è #lavoltabuona» twitta Renzi, ma non può ignorare la netta spaccatura dentro il suo partito. Il premier però decide di non dare troppa importanza ai ribelli, convinto com’è che si tratta di «irresponsabili» che, per calcoli politici, preferiscono «giocare allo sfascio». Per lui il jobs act aumenterà i diritti e creerà nuovi posti di lavoro.



Tra chi ha scelto di non votare la riforma ci sono però nomi di peso come Gianni Cuperlo, Rosy Bindi, Francesco Boccia, Alfredo D’Attorre ed un altro drappello di bersaniani. Durissime le parole di Stefano Fassina: «Le parole di Renzi non aiutano la pace sociale. Alimenta le tensioni sovversive e corporative». Altri esponenti di minoranza, invece, compreso lo stesso Bersani, si piegano alla disciplina di partito e votano a favore del jobs act. Anche le opposizioni hanno scelto di non partecipare al voto, per tentare di far scivolare il governo sotto la soglia della maggioranza assoluta. I parlamentari 5 Stelle si sono presentati bendati, con gli occhi coperti da una striscia di stoffa con sopra la scritta: “LicenziAct”.





Se il jobs act va avanti, si ferma invece la riforma del canone Rai. La decisione di inserirla nella legge di stabilità facendo pagare la tassa sul servizio pubblico con la bolletta elettrica slitta al 2016, ma viene confermato che l’importo scenderà plausibilmente a 60-65 euro. La manovra intanto dovrebbe essere votata con la fiducia già nel fine settimana. Luci e ombre caratterizzano i giudizi sulla politica economica del governo Renzi. L’Ocse prevede il ritorno dell’Italia alla crescita nel 2015, sia pure con un modesto +0,2% spinto soprattutto dall'export. L’agenzia di rating americana Moody’s, invece, vede nell'Italia, con un debito da rifinanziare l'anno prossimo pari al 29% del Pil, «uno dei Paesi dell'Eurozona più esposti» a un potenziale cambiamento dei flussi finanziari. Insieme alla Francia, inoltre, l'Italia presenta dei piani di riforme che restano «incompleti» e ambizioni «già ridimensionate».





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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Novembre 2014, 09:31
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