LEUCEMIA, NUOVA TERAPIA PUÒ CURARLA:
"RIPROGRAMMA IL SISTEMA IMMUNITARIO"

LEUCEMIA, NUOVA TERAPIA PUÒ CURARLA: "RIPROGRAMMA IL SISTEMA IMMUNITARIO"
ROMA - Nuove speranze contro la leucemia.  Il sistema immunitario può essere 'addestratò a riconoscere e attaccare le cellule tumorali che normalmente gli sfuggono. Lo ha dimostrato per la leucemia linfoblastica acuta, il tipo più aggressivo, uno studio pubblicato dalla rivista Science Translational Medicine, che però potrebbe un giorno essere applicato anche ad altri tipo di cancro, sia del sangue che degli organi 'solidì. Anche se su un numero limitato di soggetti, spiegano gli esperti del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, la nuova terapia ha dato risultati insperati, con un paziente in cui addirittura sono scomparse le tracce della malattia in appena otto giorni, e altri sono in miglioramento. I ricercatori hanno usato dei virus disattivati per introdurre del materiale genetico nelle cellule T, le principali protagoniste del sistema immunitario, prelevate dai pazienti.



LA PROCEDURA
L'intenzione era di 'riprogrammarè le cellule per insegnare loro a riconoscere quelle del sangue 'degeneratè in tumore. Il trattamento era già stato usato con successo su Emma Whitfield, una bambina di sette anni il cui tumore è entrato in remissione completa, è cioè sparito dall'organismo, e dopo un anno non si è ancora ripresentato. Nello studio sono stati trattati invece per la prima volta cinque adulti in cui la chemioterapia tradizionale non aveva funzionato. In un caso ogni traccia della malattia è sparita in otto giorni, altri due sono in remissione, cioè in miglioramento, da 8 e 24 mesi, un altro era in remissione ma è morto per un coagulo nel sangue e su uno invece non ha funzionato. «È come creare un farmaco vivente - ha spiegato Mark Sadelain, uno degli autori dello studio al New York Times - è una storia molto eccitante ed è appena all'inizio». Questo tipo di tumore del sangue colpisce di solito di più i bambini, dove guarisce nell'80-90% dei casi, mentre negli adulti le terapie hanno solo il 40% di successo. Anche se nei 'grandì è più raro è anche più letale, e ha un decorso peggiore: «Negli adulti questo tipo di leucemia è devastante e galoppante - spiega Sadelain - pazienti come quelli nello studio, che hanno avuto una ricaduta dopo la chemioterapia, di solito hanno pochi mesi ancora da vivere». L'esperto invita comunque ad avere cautela: «I sopravvissuti sono stati poi sottoposti a un trapianto di midollo - spiega - e la loro prognosi è buona, ma una ricaduta è sempre possibile. Solo il tempo ci darà una risposta». .
Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Marzo 2013, 16:54
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