Strage di Casteldaccia, rabbia e lacrime ai funerali di Ignazio Giordano. I figli: «Papà morto da eroe, voleva salvare i colleghi»

Nelle stesse ore l'ultimo saluto anche a Epifanio Alsazia, socio e contitolare della Quadrifoglio Group

Strage di Casteldaccia, rabbia e lacrime ai funerali di Ignazio Giordano. I figli: «Papà morto da eroe, voleva salvare i colleghi»

di Redazione web

Lacrime di commozione, ma anche di rabbia quelle versate ai funerali di Ignazio Giordano, uno dei cinque operai vittime della strage sul lavoro a Casteldaccia, celebrati nella chiesa madre di Partinico. In prima fila la moglie di Giordano, insieme ai tre figli, Fabrizio, Davide e Gaspare, e poi le autorità, gli amici, i conoscenti e tanti che neanche ne avevano mai incrociato lo sguardo ma sconvolti da come si possa perdere la vita a 59 anni sul posto di lavoro. «Ha dato la sua vita per provare a salvare i colleghi in difficoltà. È morto da eroe», ha ricordato il maggiore dei figli affidando le sue parole a un'intervista al Corriere della Sera. 

La dura omelia

La cerimonia è stata presieduta dall'arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi, che nell'omelia ha espresso con forza la sua critica verso una realtà lavorativa spesso ingiusta e pericolosa, sottolineando quanto ancora sia diffuso il fenomeno delle cosiddette "morti bianche". «Lo sappiamo, la morte fa parte dell'esperienza di vita terrena, ma ciò non ci consola: il modo in cui Ignazio ha lasciato i suoi affetti più cari, il modo in cui ha perso la vita, è profondamente ingiusto. Morire sul lavoro è un segno preoccupante che dice di una società fragile, nella quale non c'è lavoro per tutti e quando c'è, spesso non è dignitoso, è sottopagato, non è rispettoso della dignità umana; è un lavoro che dimentica la persona e ha come unico orizzonte i suoi obiettivi e il guadagno», ha detto l'arcivescovo. Isacchi non ha esitato a chiamare queste tragedie una vera sconfitta per la società: «Le chiamano morti bianche, ma rappresentano la sconfitta di questa nostra società, la sconfitta di tutti noi», ha proseguito, «spesso ci vengono riproposti i numeri impressionanti delle morti bianche che aumenta di giorno in giorno: non sono numeri, sono uomini e donne e qualche volta minori traditi da quel lavoro nel quale riponevano speranza. Non distraiamoci da questa emergenza».

I funerali di Epifanio Alsazia

Ultimo saluto di parenti e amici anche per Epifanio Alsazia, il socio e contitolare della Quadrifoglio Group, morto nella strage di Casteldaccia. Il primo a scendere nell'impianto e il primo a trovare la morte.

Un grande lavoratore, uno che non lasciava mai gli operai nonostante i suoi 71 anni, hanno sottolineato parenti e amici dell'imprenditore. A celebrare i funerali è stato don Enzo Santoro, parroco della chiesa del Sacro Cuore, nel quartiere in cui abita la famiglia Alsazia. La funzione si è svolta nella chiesa Madre gremita di fedeli. Presenti alle esequi i massimi vertici provinciali e regionali dell'Arma dei carabinieri; il figlio della vittima è in servizio alla compagnia di Partinico. «Non si può morire di lavoro per portare un pezzo di pane a casa - ha detto il parroco nel corso dell'omelia - La parole del Signore in questi momenti difficili ci guiderà. Perché sia per noi vicinanza e speranza nuova. E per chi ha fede c'è sempre una vita nuova quando finisce quella terrena». Presenti alla cerimonia anche il sindaco di Alcamo Domenico Surdi e il sindaco di Castellammare del Golfo Giuseppe Fausto. Il sindaco Surdi ha proclamato oggi il lutto cittadino per Epifanio Alsazia e Roberto Raneri, i concittadini vittime dell'incidente sul lavoro di Casteldaccia. 

Gli operai morti

I funerali di Giuseppe Miraglia saranno celebrati sabato alle 15 nella chiesa madre di San Cipirello in piazza Matrice. L'ultimo saluto a Roberto Ranieri sarà lunedì pomeriggio ad Alcamo nella chiesa Anime Sante. Le esequie della quinta vittima, Giuseppe La Barbera, si terranno lunedì prossimo alle 10 nella chiesa del Carmine maggiore, in piazza del Carmine a Palermo. Intanto nel reparto di terapia intensiva del dipartimento di emergenza del Policlinico di Palermo diretto dal professore Antonino Giarratano, migliorano le condizioni di Domenico Viola l'operaio strappato alla morte dall'intervento dei vigili del fuoco e dai sanitari del 118. «Permane un elevato rischio di complicanze infettive collegato a quanto già comunicato sulla tossicità delle esalazioni di idrogeno solforato sprigionate dai liquami che hanno investito l'operaio, - dicono dall'ospedale - e anche alla condizione di immunosoppressione che interessa i pazienti in trattamento intensivo e che viene monitorata e trattata secondo linee guida. Occorre verificare il trend delle prossime 96 ore per potere sciogliere l'attuale prognosi riservata sulla vita».


Ultimo aggiornamento: Sabato 11 Maggio 2024, 16:10
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