Potrebbe non esserci una condanna in vista per Piero Fassino, parlamentare ed ex ministro, che è accusato di aver rubato un profumo (una boccetta di uno Chanel da 130 euro) da un duty free all’aeroporto di Fiumicino.
Arriverà nelle prossime ore in Procura una prima informativa. Gli investigatori della Polaria hanno raccolto tutti gli elementi - comprese le immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza - e le trasmetteranno all'autorità giudiziaria competente, quella di Civitavecchia, che valuterà come procedere. Fassino, in quanto parlamentare, non è stato ascoltato ma - spiegano fonti investigative - se vorrà potrà rilasciare dichiarazioni spontanee.
Fassino: «L'ho appoggiato in tasca, volevo comprarlo a mia moglie»
Già ieri il deputato del Pd - parlamentare per 7 legislature, ex ministro della Giustizia dal 2000 al 2001, poi segretario dem fino al 2007 e sindaco di Torino per cinque anni dal 2011 al 2016 - ha fornito la sua versione sostenendo di aver già chiarito con i responsabili del duty free la questione: «Volevo comprare il profumo per mia moglie, ma avendo il trolley in mano e il cellulare nell'altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse».
Il reato
Il reato in questione è quello di furto, disciplinato dall'art. 624 del codice penale secondo cui ne è colpevole «chiunque s'impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 154 euro a 516 euro». In realtà, in virtù della tenuità del fatto, Fassino potrebbe essere assolto evitando così la condanna.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Aprile 2024, 20:41
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